Inizia con un flashback, con le immagini del catino del Mandela Forum l’anno scorso gremito di ragazzi il meeting sui diritti umani di quest’anno, ventiquattresima edizione per altrettanti anni. Poi le telecamere staccano in diretta su uno spettrale palazzetto vuoto e buio, agghiacciante nel suo silenzio, illuminato solo un piccolo palco al centro.
Legalità e rispetto è il tema quest’anno ed è sicuramente un’edizione particolare, in streaming, un po’ da remoto e un po’ in presenza, dove con la tecnologia si prova a colmare le distanze. E pare funzionare. I ragazzi interagiscono infatti attraverso Zoom, che molti già utilizzano per le lezioni da casa, con il sociale Instagram attrevrso cui quotidianamente si raccontano ai loro coetanei. Su Mentimeter e la piattaforma www.menti.com scrivono i propri nomi, le città da dove si stanno collegando, l’età e il tutto si trasforma in diretta, sullo schermo, in una nuvola dinamica di parole. Rispondono anche alle domande dei conduttori sui temi della giornata. Migliaia di interazioni in pochissimi secondi. Ed on line presentano pure alcuni dei loro lavori: un istituto di Vinci, un liceo di Collevaldelsa e una scuola da Chiusi lo fanno in diretta, le altre le potete trovare sul web.
Il meeting entra nel vivo quasi subito e, attraverso il monologo teatrale e il racconto del giornalista Saverio Tommasi, si parla di servitori dello Stato come il giudice Giovanni Falcone e la moglie e collega Francesca Morvillo che la mafia trucidò, assieme agli agenti della scorta, in un terribile estate del 1992 in cui con mille chili di tritolo fu fatta saltare a Capaci, in Sicilia, un’autostrada. Si parla di donne e uomini che hanno sfidato il silenzio e l’omertà al prezzo della propria vita, come Lea Garofalo, testimone di giustizia nel 2002, uccisa dall’’ndrangheta calabrese (anzi, dal suo ex compagno malavitoso) nel 2009, dopo essere uscita dal programma di protezione speciale, il cadavere bruciato per tre giorni e duemila frammenti di ossa e la collana ritrovati molti anni dopo.
Nessuno di loro voleva diventare un eroe. Ma vivono oggi nella morte, si sottolinea, perché la mafia non può niente contro la memoria, contro le parole e le storie che sono importanti e diventano, al pari dell’educazione (che non vuol dir solo andare a scuola ma far propri dei valori), come ricordava proprio Nelson Mandela, l’arma più potente che ogni Paese ha. Certo non si nasce con le storie in tasca: bisogna scovarle ed allenare le orecchie, altrimenti scivolano via. A questo servono iniziative come quella di oggi con gli studenti delle scuole.
Così, di storia in storia, alle ragazze e ai ragazzi del meeting, neppure ventenni, si parla di un ragazzo poco più grande di loro come Patrick Zaky, studente egiziano all’Università di Bologna, difensore dei diritti umani, rinchiuso nelle carceri d’Egitto dal febbraio scorso, torturato per le prime diciassette ore, l’avvocato incontrato dopo dieci mesi, costretto ogni notte a dormire per terra, accusato di fomentare sui social il rovesciamento del governo e di istigare al terrorismo, la sentenza rinviata di mese in mese. Secondo Amnesty International rischia fino a venticinque anni di carcere ed è di tre giorni fa la notizia che resterà in prigione per almeno altri quarantacinque giorni, in attesa di giudizio.
Interviene Alessia Martini, coordinatrice nazionale Oxfam. Interviene l’onorevole Andrea Orlando, membro della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e già ministro di giustizia.
Interviene, con un video messaggio registrato, don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”, associazione assai attiva sul fronte della cultura della legalità e delle iniziative contro le mafie. Parte dal primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata nel 1948 dall’Onu e che ogni anno il meeting toscano ricorda, secondo cui tutti nel pianeta dovremmo essere liberi e uguali nei diritti. “ Ma ci sono troppo diritti – sottolinea - ancora oggi negati sul pianeta ed offesi: come quello alla salute, al lavoro, alla casa o all’istruzione, trasformati in privilegi ed opportunità esclusive destinati solo a chi se lo può permettere”. Dice che “il Covid non ha impedito a monopolisti di diventare ancora più ricchi”. Parla dei “diritti più trascurati, come quello di una natura violentata: un vero ecocidio che si accompagna talvolta ad etnocidi, come nell’Amazzonia devastata dalle multinazionali”. Invoca “una rivoluzione culturale di pensiero, rinascita e rigenerazione” e quella “fratellanza e fraternità” che è insita nell’uomo, prima del suo essere razionale.
Trascorse quasi due ore e mezzo, verso mezzogiorno il meeting si avvia a conclusione. Ma non poteva mancare l’immancabile momento musicale, anche quest'anno. Suonano i Bowland, pure loro da remoto, gruppo di origine iraniana ormai di casa a Firenze che interpreta "Disamistade" di Fabrizio De André. I Bowland hanno vinto il contest musicale promosso dalla Regione “Toscana100band” e nel 2018 raggiunto la finale della trasmissione d”X Factor”. Il testo racconta di faide e disamicizie, di "famiglie disarmate di sangue che si schierano a resa", del "dolore degli altri che per tutti è dolore a metà". Parole su cui riflettere, a casa.
L'appello di Nardini per Zaki
"Da oltre 300 giorni Patrick Zaki è ingiustamente incarcerato. La Toscana, da sempre terra di diritti, aggiunge la sua voce a quelle di coloro che stanno chiedendo a sua liberazione. Zaki deve poter tornare ai suoi affetti, deve poter tornare ai suoi studi, come tutte le ragazze ed i ragazzi hanno il diritto di fare. Deve poter tornare a difendere i diritti umani".
A dirlo l'assessora regionale Alessandra Nardini, in occasione della 24esima edizione del Meeting dei diritti umani, annualmente organizzato dalla Regione Toscana per ricordare l'adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani, avvenuta il 10 dicembre del 1948.
"Il ritratto di Zaki utilizzato nel Meeting di oggi sarà appeso all'ingresso dell'assessorato - ha aggiunto Nardini - e lì resterà, come monito, fino a quando Patrik tornerà libero".
Giani: "Dai giovani, dopo la crisi, la forza per un nuovo Rinascimento"
Dalla crisi, dalla pandemia, può discendere un nuovo Rinascimento, ma solo se saranno i giovani a dargli forza e concretezza, trovando spirito di comunità. A dirlo il presidente della Toscana Eugenio Giani nel suo intervento al 24esimo Meeting dei diritti umani organizzato dalla Regione al Mandela Forum di Firenze.
"La storia ci insegna che sono i momenti critici quelli in cui si compiono i maggiori salti culturali", ha detto Giani. "Stiamo vivendo una fase nella quale i giovani possono essere davvero protagonisti. La pandemia ci costringe al distanziamento, ma crea una situazione nuova, nella quale i giovani possono dimostrare la propria concretezza".
"Le nuove generazioni - ha aggiunto - utilizzano mezzi virtuali ma in realtà ci insegnano obiettivi molto concreti, come la condanna dell'uso della plastica, la promozione dell'energia pulita, lo sviluppo sostenibile. E in questo contesto un ruolo fondamentale lo hanno i diritti. Vogliamo che la pandemia sia una spinta verso l'innovazione. Come che il paese diventi più accogliente per le loro start up e le loro proposte".
"La Toscana - ha concluso Giani - storicamente ha dimostrato sensibilità progressista e attenzione per i diritti umani, dal Rinascimento, allo sperimentalismo di Galilei, dall'abolizione della pena di morte, ai test di Meucci per l'invenzione del telefono. Nei toscani e negli italiani lo sviluppo economico è sempre andato di pari passo con lo sviluppo della civiltà, anche oggi abbiamo questo obiettivo e questa opportunità. Il mio invito ai ragazzi è quello di portare avanti la tradizione del DNA toscano, di avviare un nuovo Rinascimento che parta dai diritti e dalle capacità individuali per portare benessere alla propria comunità e al mondo".
“Rispetto e legalità”
Ventitré edizioni alle spalle e dodicimila studenti di più di centodieci scuole toscane, medie e superiori, pronte alla vigilia a collegarsi da remoto da buona parte della Toscana. Con questi numeri si è aperta l’edizione 2020 del Meeting dei diritti umani della Regione Toscana, evento annuale al quale il presidente della Toscana Eugenio Giani non ha voluto rinunciare nonostante le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria in atto. "Io rispetto” è il titolo di questa ventiquattresima edizione collegata al tema “Pace, Giustizia e Istituzioni solide” fissato dall’obiettivo numero 16 di sviluppo sostenibile dell'Agenda Onu 2030.
Il Meeting dei diritti umani rientra nell'ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l'autonomia dei giovani, ed usando linguaggi non convenzionali vuole parlare agli studenti delle scuole per sottolineare l’importanza e l’attualità, ancora oggi, dei valori alla base della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata nel 1948, proprio il 10 dicembre. Fu l’Onu a chiedere di farla leggere e commentare nelle scuole.
Quest’anno le centinaia e centinaia di ragazze, ragazzi e insegnanti che ogni dicembre solitamente invadevano il catino del Mandela Forum di Firenze provenendo da tutta la Toscana sono stati presenti non fisicamente ma virtualmente, collegati via streaming da classi o abitazioni e rappresentati dai loro elaborati condivisi on line grazie alla tecnologia. Il palco, invece, si è popolato e raddoppiato, dato che una parte significativa del Meeting è uscita dal Mandela ed è approdata al Parco comunale di San Donato, nel quartiere fiorentino di Novoli, da dove si sono collegati vari ospiti e dove il writer Andrea Cascìu, street artist e direttore artistico dell'associazione “Pennelli Ribelli”, ha dipinto un murales appositamente ideato per l'evento e terminato proprio stamani. Con lui Matteo Bidini, curatore e produttore culturale di interventi di arte pubblica.
“Legalità e rispetto sono due concetti intrecciati in modo strettissimo - ha detto l’assessora regionale con delega alla promozione dei diritti umani Alessandra Nardini nel suo intervento introduttivo - la legalità passa dal rispetto delle leggi, ma scegliere la legalità significa anche rispettare tutti gli esseri umani, a partire da chi è più fragile, i beni comuni, l'ambiente. Le società con maggiore illegalità sono anche le società più ingiuste, con maggiori disuguaglianze. L'uguaglianza è la base necessaria affinché i diritti umani siano garantiti. Anche se certi diritti sembrano scontati, non lo sono affatto in molte parti del mondo, in alcuni Paesi si stanno compiendo addirittura passi indietro". "Questa pandemia - ha aggiunto- sta aumentando povertà, disuguaglianze e difficoltà. Le criticità che si evidenziano non le ha create il Covid, c’erano anche prima ma adesso sono più evidenti e purtroppo si stanno acutizzando. Per questo non dobbiamo dire che rivogliamo il mondo che avevamo prima del Covid, ma dobbiamo impegnarci per costruirne uno migliore, più giusto, più inclusivo e equo, basato sull'uguaglianza e sul pari accesso alle opportunità, più sostenibile. Per farlo dovremo farci guidare da principi e dai valori come quelli contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Solo così costruiremo davvero una società del rispetto e della legalità, dei diritti e dell’uguaglianza”.
"Viviamo oggi in una generazione di pace e di benessere - ha sottolineato Stefano Ciuoffo, assessore regionale con delega alla cultura della legalità - una condizione che diamo troppo per scontata pensando che sia per sempre. Ma non è così. Sarà per sempre solo se resta saldo in noi il riconoscimento del valore della persona, della legalità, dei diritti e dei doveri che a ciascuno competono nel momento in cui vive in una comunità strutturata. È questo il messaggio che la Regione Toscana ha voluto ribadire con questa ventiquattresima edizione del meeting, perché non c'è polizia e non c'è controllo, non c'è legge che possano sostituirsi alla coscienze consapevoli del proprio diritto-dovere di cittadinanza".
Il sindaco di Firenze Dario Nardella interviene subito dopo. I ragazzi da casa interagiscono attraverso Zoom, Instagram e le piattaforma www.menti.com. Scrivono i loro nomi, le città da dove si stanno collegano, l’età e il tutto si trasforma in diretta in una nuvola di parole sullo schermo. Migliaia di risposte in pochissimi secondi Presentano i loro lavori: un istituto di Vinci, un liceo di Collevaldelsa, un’altra scuola da Chiusi. Poi quiz sull’agenda 2030 e l’obiettivo 16 di sviluppo sostenibile, sulla Dichiarazioni universale dei diritti dell’uomo, sulle storie di servitori dello Stato, di donne e uomini che hanno sfidato il silenzio e l’omertà al prezzo della propria vita., di ragazzi poco più grandi di loro come Robert Zacky, difensore dei diritti umani rinchiuso nelle carceri egiziane dal febbraio scorso, torturato. Sul palco si alternano Carletto Dj e il giornalista Saverio Tommasi. Il meeting entra nel vivo.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio stampa
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