Specializzazioni di medicina nel caos, anche la Toscana attende: "Sbloccate SSM 2020"

Uno striscione durante la protesta a Siena (foto da Facebook)

C'è un grosso punto interrogativo riguardo la sanità del futuro, in Toscana e in tutta Italia. Concerne i medici da poco laureati, che hanno sostenuto il test per entrare in specializzazione, e che dovrebbero iniziare il periodo da specializzandi. Giovani principalmente classe 1994, laureati tra il 2019 e l'inizio del 2020 nella maggior parte dei casi. Tutto è fermo a causa di alcuni ricorsi, tra cui il primo su una domanda 'non chiara' nel concorso.

Si trovano in un limbo da mesi, tra ritardi e molti dubbi, senza che nessuno sappia dare risposte concrete sulle borse di specializzazione. Sembra un romanzo surreale eppure è la cruda realtà: 24mila giovani in Italia (poco più di un migliaio in Toscana) sono in attesa di capire dove dovranno iniziare il percorso universitario-lavorativo.

Non solo dove, ma anche quando: la pubblicazione delle graduatorie definitive non è ancora avvenuta e, per assurdo, i giovani medici toscani e toscane potrebbero trovarsi nella situazione di dover cercare un alloggio per quattro anni a Firenze, così come a Reggio Calabria o Varese.

I futuri specializzandi e specializzande non ci stanno e hanno già manifestato, lo si è visto pochi giorni fa a Firenze così come in molte altre piazze italiane e toscane, tipo Siena. Sono stati spalleggiati dalle associazioni preposte, tra cui ALS o Federspecializzandi, sulle cui pagina Facebook campeggia un hashtag che è anche un grido di speranza: #SbloccateSSM2020.

Senza Coronavirus i corsi di specializzazione sarebbero iniziati a novembre come di consueto, ma l'emergenza ha fatto slittare tutto. Le borse di specializzazione, dalle circa 9mila previste, sono diventate 14mila.

Da luglio l'esame è stato spostato a fine settembre (il giorno dopo le elezioni in Toscana, per inciso), mentre i corsi avrebbero dovuto prendere il via a fine novembre o inizio dicembre. Poi è stata resa nota la data del 30 dicembre, ma di recente il ministro Manfredi ha parlato di 15 gennaio, in modo tale da far trovare una sistemazione a chi ne avrà bisogno. Ha anche riportato come data per la graduatoria definitiva il 15 dicembre. Nulla si è mosso.

L'argomento è delicato. Ai microfoni di gonews.it sono intervenuti due giovani che ci tengono a rimanere anonimi. Li chiameremo Marco e Giulia. Vengono dalla provincia di Pisa e da quella di Firenze e sono alla ricerca di risposte.

"La situazione è grave. Per qualcuno sembriamo privilegiati, ma vi assicuro che non è così. In ballo c'è non solo il nostro futuro, ma quello della sanità del nostro paese. Che preparazione si può garantire in questo mare di incertezza?" chiede Marco. Gli fa eco Giulia: "Siamo ostaggi della burocrazia, non ci sono soluzioni. Per fortuna c'è chi sta già lavorando con USCA, sostituzioni o guardie mediche, perché altrimenti la situazione sarebbe stata drammatica".

Il problema principale riguarda la pubblicazione delle graduatorie. Si sarà però capito che ce ne sono altri, tutti affini alla vita di futuri specializzandi e specializzande: "Quando sapremo dove saremo assegnati, avremo poco tempo a disposizione per trovare gli alloggi. La specializzazione dura quattro anni, non possiamo essere costretti a un ostello o a un appoggio di fortuna. Aggiungiamo che in questo periodo a causa del Covid molti uffici sono chiusi, così come molte strutture. È tutto paradossale".

Marco e Giulia sono concordi nell'individuare un altro lato oscuro: "C'è una palese mancanza di comunicazione. Troppo caos, troppa precarietà. La graduatoria è ancora potenziale. Di sicuro c'è solo l'insicurezza". Così come altri quasi 24mila ragazzi e ragazze, Marco e Giulia aspettano e aspetteranno ancora.

Gianmarco Lotti

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