Attrazione degli investimenti, per il Governo le Regioni hanno una ruolo centrale

Il sottosegretario allo sviluppo economico Gian Paolo Manzella l’aveva già detto e lo ripete: “Sull’attrazione degli investimenti  la struttura “Invest in Tuscany” della Regione è un modello”. Oggi, intervenendo al seminario on line dedicato all’attrazione degli investimenti in Toscana, ai trend per il prossimo futuro e ai dieci anni di “Invest in Tuscany”, è andato ancora oltre.

“Stiamo lavorando – ha spiegato – affinché partendo dal caso toscano anche altre Regioni si dotino di uffici simili. E tra i vari modelli, quello della Toscana è sicuramente uno dei più avanzati e uno dei pochi che assicura un contatto con i Comuni, con le imprese e che dimostra pure una strategia sugli investimenti esteri ricercando quelli più conformi alle vocazioni del territorio”:

La sfida è proprio questa, a cui stanno lavorando a Roma all’interno del Comitato per l’attrazione degli investimenti esteri (il Caie) che il sottosegretario presiede e dove la Toscana rappresenta tutte le Regioni d’Italia, per scelta della Conferenza delle Regioni. La sfida è quella della ricerca di una strategia nazionale sugli investimenti, con una visione condivisa tra Regioni e Ministeri sugli obiettivi che il Paese intende darsi. "L'Italia – spiega - attrae ancora troppo pochi investimenti esteri. Significa meno lavoro, meno crescita, meno cultura manageriale, meno possibilità per la filiera. Le ragioni sono note e le stiamo affrontando. A breve pubblicheremo la strategia per attrarre investimenti esteri e stiamo lavorando perché ci sia un pacchetto attrazione investimenti esteri nel Next Generation Eu".

Ma è anche la sfida della semplificazione amministrativa.  “E’ necessario garantire percorsi amministrativi certi – dice -  Le multinazionali cercano tempi sicuri ed è quello che stiamo cercando di fare con il Caie”.

“Le Regioni – ripete – da questo punto di vista hanno un ruolo centrale”. “E come poche altre Regioni - aggiunge -, la Toscana si è dotata di una struttura operativa in grado di promuovere il territorio e seguire l'investitore in tutte le fasi del progetto, dal primo contatto all'assistenza post-insediamento. E’ essenziale guidare ed accompagnare gli investitori".

Secondo il sottosegretario è necessaria “un’attrazione di investimenti di qualità, che crei lavoro, ricchezza ma che porti anche intelligenza e ricerca”. In Toscana è successo, più volte. Un esempio, uno tra i tanti,  arriva dalle storie raccontate proprio oggi al seminario: quella della Ineos, azienda del Regno Unito del settore chimico, che ha realizzato a Rosignano Solvay in provincia di Livorno un polo di ricerca sperimentale sui polimeri di polipropilene, anche in chiave green economy, con un impianto con 187 dipendenti, operativo in un anno grazie all’aiuto anche di “Invest in Tuscany” che ha portato poi pure alla firma di un accordo di innovazione con risorse ministeriali. Oppure come il caso della H&H Sport protection, specializzata nella realizzazione di caschi sportivi ed esempio di reshoring, in un campo che negli anni Ottanta aveva fatto della provincia di Lucca un distretto mondiale del settore.

“Spesso – conclude il sottosegretario – le imprese mi dicono che sono qui per la qualità anzitutto del capitale umano e la sua capacità ad adattarsi con flessibilità a nuovi scenari”, sia da parte della manovalanza sia di chi fa ricerca”.

L’Italia, certo, attrae oggi meno investimenti degli altri Paesi in area Ocse. Esperti l’hanno ricordato nell’incontro di oggi.  Il raffreddamento economico  dei flussi internazionali dovuto all’emergenza sanitaria ha portato ad una caduta significativa o ad un loro rinvio nel tempo. Anche la Toscana ha subito contraccolpi.

Ma i grandi trend del momento sono interessanti: nuovi modelli di consumo più sensibili alla sostenibilità e all’economia verde, la digitalizzazione, il ritorno dall’estero di aziende che, dopo il lockdown imposto dalla pandemia, stanno ripensando le catene di fornitura, l’innovazione come leva per uscire dalla crisi e le risorse a sostegno degli investimenti privati che arriveranno anche con il Recovery Fund, da spendere entro il 2026. “Più che un problema di risorse, visto che ne avremo tante – ha spiegato il sottosegretario - è una questione di scelta degli investimenti: per spenderle con idee molto chiare e farle ricadere a terra. Un qualcosa per cui il livello regionale diventa assai importante”.

Pancia dunque a terra, come è stato sottolineato da parte di più interventi, e tutti al lavoro. Viviamo sicuramente tempi interessanti, è stato detto, ma nessun vento – per citare Seneca – è propizio per chi non prende alla fine il mare.

Fonte: Regione Toscana

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