Dalla sala dell’orologio dell’ospedale ‘San Giuseppe’ di Empoli la cerimonia di consegna della 27a edizione del Sant’Andrea d’Oro 2020.
Il sindaco Brenda Barnini ha conferito la massima onorificenza cittadina agli operatori, donne e uomini, che lavorano all’interno dell’ospedale ‘San Giuseppe’ e che quotidianamente, personale sanitario e non, si sono impegnati e si impegnano tutt’ora nella lotta al Covid-19.
Il primo cittadino ha voluto che la cerimonia avvenisse proprio all’interno del nosocomio cittadino, con un evento in diretta on line tramite facebook, seguito da centinaia di persone. Mentre in presenza, oltre al sindaco e a due medici in rappresentanza di tutti gli operatori, Silvia Guarducci, direttore sanitario dell’ospedale ‘San Giuseppe’, e Loriana Meini, direttore assistenza infermieristica area empolese, c’erano altri lavoratori dell’ospedale, in una cerimonia semplice e breve, ma molto toccante. Oltre alla consegna della tradizionale medaglia d’oro, della pergamena, di una lapide in marmo con incisa la motivazione che sarà applicata a una parete del nosocomio, sono stati donati anche cinque tablet da parte dell’amministrazione comunale ai reparti Covid per consentire ai degenti di videochiamare i parenti impossibilitati a fare visita.
Questa la motivazione della onorificenza: «Per il coraggioso e generoso impegno nello svolgere la propria professione durante la grave emergenza generata dalla pandemia da Covid. L'amministrazione comunale ha voluto riconoscere il S. Andrea d'Oro nel giorno del Santo Patrono 30 novembre 2020 come simbolo di infinita gratitudine da parte di tutta la comunità».
«Mai come quest’anno la scelta su chi dovesse ricevere il Sant’Andrea d’Oro è stata tanto naturale e semplice. Questo 30 novembre del 2020, l’anno della pandemia Covid, il nostro più alto riconoscimento non poteva che andare a tutto il personale sanitario e non sanitario dell’Ospedale San Giuseppe – ha detto il sindaco Brenda Barnini –. E appena resa pubblica questa decisione sono stati tantissimi i messaggi di condivisione che mi sono arrivati. Tra questi messaggi ce n’è uno che voglio leggere ed è quello che mi ha inviato Don Guido, proposto di Empoli (proprio nella giornata di Sant'Andrea non sarà presente il proposto per la consegna del cero, cerimonia secolare che si svolge in città, NdR).
“Migliore scelta non potevi fare. Te lo dico dall'interno dell'ospedale di Empoli, dove sono ricoverato per COVID. Sono stato trattato molto bene sia dal punto di vista medico che umano. Ho ammirato la professionalità e l'organizzazione del reparto Covid della terapia intensiva Covid. E soprattutto la capacità di accogliere persone con problematiche complesse e difficili da gestire, eppure non ho mai sentito un rimprovero ma soltanto incoraggiamento, insieme alla giusta fermezza di eseguire le cure necessarie. Possiamo davvero dire a tutto il personale che ci lavora: grazie di cuore, vi siete meritati questo riconoscimento della nostra città. Andiamo avanti insieme, con l'aiuto di Dio e di tutti. Se vuoi puoi leggerlo a nome mio. Don Guido”.
E noi possiamo dire con certezza che andremo avanti. Insieme. Consapevoli che la salute è il bene più grande che possediamo – ha proseguito il sindaco – eppure così fugace e che nel momento massimo del bisogno abbiamo avuto la grande fortuna di poter contare non solo come empolesi ma come cittadini di tutto il territorio dell’Empolese Valdelsa e del Valdarno sul nostro Ospedale San Giuseppe. Durante la primavera i numeri del contagio qui da noi erano bassi e forte era lo spirito di squadra con i cosiddetti eroi in corsia. Oggi il contagio c’è e mentre vi parlo da qui dentro ci sono persone nei piani di sopra attaccate ad un casco per poter respirare e altre intubate in terapia intensiva. Molti per fortuna sono quelli che sono guariti e che sono tornati a casa, ma non pochi quelli che invece ci hanno lasciato e ai quali rivolgiamo un pensiero di vicinanza e affetto. Da mesi gli operatori dell’Ospedale lavorano senza sosta, rischiano, si ammalano di Covid e non vedono l’ora di tornare a lavorare. Con uno spirito di sacrificio e devozione alla causa che davvero rappresenta al meglio l’esempio del nostro Sant’Andrea che insegna a compiere con esattezza ogni giorno i doveri del nostro stato… Grazie per la salute che ancora abbiamo, grazie per i nostri cari che sono tornati a casa, grazie per vivere in quella parte di mondo che ha scelto di avere un sistema sanitario pubblico e universalistico che non lascia nessuno in strada o in casa a morire perché non ha un’assicurazione privata per pagare il posto letto. E grazie ovviamente e più di sempre a chi di quel servizio sanitario rappresenta la vera essenza».
"La consegna del premio era un modo 'più pesante' per dire grazie. Il personale sanitario ci ha chiesto di non abbassare la guardia. Non pensare che il virus sia scomparso nonostante si potrà passare il Natale con i nostri cari. Il loro incubo è il rischio di dover raddoppiare ad anno nuovo i posti letto covid", ha spiega il sindaco a margine della consegna durante un intervento con la stampa.
"Ringrazio a nome di tutto il personale l'amministrazione comunale per aver voluto assegnare questo importante riconoscimento al nostro ospedale. Vorrei dedicarlo a tutti coloro che lavorano in ospedale, medici, infermieri, Oss tecnici di laboratorio, personale amministrativo, manutentori e personale delle imprese di pulizie. Ognuno ha contribuito in questa fase di emergenza – ha detto Silvia Guarducci, direttore sanitario dell’ospedale ‘San Giuseppe’ –. In questi mesi abbiamo acquisito nuovi metodi per stare vicino ai nostri pazienti ed abbiamo adottato nuovi modi di comunicare. In un mese e mezzo siamo riusciti a curare 4 volte tanto rispetto alla prima fase di pandemia ed abbiamo un ospedale più flessibile e moderno. In questa seconda fase in ospedale ora abbiamo 150 malati tra ordinari e terapie intensive, arriviamo a 200 se aggiungiamo i posti a San Miniato e Fucecchio. Pertanto chiediamo anche noi alla cittadinanza di continuare ad essere responsabili per permetterci di garantire adeguata assistenza a tutti i pazienti".
"Questo riconoscimento ci onora e al tempo stesso ci commuove. Sono qui a nome di tutti i miei collaboratori che ringrazio di cuore per essersi messi in gioco durante questi mesi senza tirarsi indietro. Insieme abbiamo deciso come organizzare al meglio il nostro lavoro durante questi mesi di pandemia – ha spiegato Loriana Meini, direttore assistenza infermieristica area empolese –. Esprimo un grande senso di gratitudine a loro e a tutti quei servizi che lavorano intorno all’ospedale. Da una parte soffriamo la stanchezza, dall'altra l'adrenalina del nostro dovere. È il momento ora di non abbassare la guardia".
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