Entro il 2020 vedremo forse il termine nel quarto lotto della nuova SR 429. Se ne era annunciato il termine in primavera, poi in estate, poi a fine Ottobre. Il cittadino che si è provato anche solo a pensare a una qualche mossa da campagna elettorale, è stato tacciato di malafede.
Eppure, tempo e pace per lavorare alla strada ce ne sarebbe stato, vista l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che ha bloccato quasi tutte le attività, eccetto, ad esempio, la costruzione del IV lotto.
Viene il dubbio che i nostri tecnici, e soprattutto certi politici (parola grossa, osiamo dire…) non sappiano lavorare con calma e serenità, ma solo in presenza di particolari pressioni ed emergenze. Infatti il fattore sicurezza della viabilità è stato ignorato.
Il IV lotto (ma anche altri tratti, è bene dirlo) attraversa una zona molto rilevante dal punto di vista paesaggistico. Questo comporta la presenza di animali di piccola e media taglia; il tracciato, anzi, lo scheletro della strada, è lì da anni e alcune specie si sono abituate ad attraversarlo senza farsi problemi. Ci sono state varie proteste dei cittadini, riunioni, incontri (ai quali qualche sindaco si è furbamente sottratto), finiti in un nulla di fatto: “la strada ormai è fatta e si finisce così, poi si vedrà”.
I nostri amministratori, sindaci e commissario straordinario, dovrebbero però spiegare alla popolazione come mai non sono state rispettate le prescrizioni contenute in documenti ufficiali dei quali loro – per forza di cose – devono essere a conoscenza. In particolare, ci riferiamo all’Atto Dirigenziale n. 119 del 7/5/2004.
Chiediamo pertanto che siano fornite alla popolazione atti e prove di quanto prescritto da quel documento, ossia:
- Stima delle emissioni in atmosfera per le fasi di realizzazione ed esercizio dell’opera.
- Calcolo delle emissioni acustiche prodotte in fase di esercizio (prescritto prima della realizzazione dell’opera).
- Dati sull’effetto dei lavori sulle strutture di approvvigionamento idrico (es. pozzi artesiani) dei privati e proposte di mitigazione dei danni eventuali.
In particolare, l’Atto Dirigenziale di cui sopra prescrive che nelle aree rientranti nel corridoio ecologico (circa 250m da ogni lato della nuova strada) gli interventi debbano essere realizzati in modo da favorire la ricostruzione degli ecosistemi naturali preesistenti.
Sarebbe una cosa normale, per sindaci e amministratori che si vantano di essere “smart”, “green” e progressisti. Ma non è stato assolutamente fatto. Al momento è rimandato tutto a dopo l’apertura della strada, perché, si dice, alcuni fattori come l’impatto acustico saranno valutati a posteriori. Questo è l’opposto di quanto prescritto e richiesto!
Non sono state considerate le opere prescritte, quali siepi e alberature, e zone di continuità per la fauna selvatica.
In soldoni, la strada attraversa una zona popolata da animali di piccola e media taglia (cinghiali, caprioli) che attraversano (e attraverseranno) il suo tracciato e, a questo problema, non è stato posto rimedio. Le lamentele sono state ignorate o aggirate con varie scuse.
Dove sono le opere per mettere in sicurezza la strada e chi la percorre (oltre a evitare danni agli animali)?
Perché queste sono ritenute opere secondarie all’apertura della strada, alle foto di rito, alle luci e lucine che dietro tanta retorica nascondono un lavoro abbrocciato?
Rimaniamo con tanti dubbi sulla sicurezza di un’opera che, si dice, dovrebbe portare tanto lavoro…
Castello a Sinistra
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