I problemi della Kme non sono determinati dalla crisi dell’ultimo anno, sono presenti da lustri, anche perché altrimenti non si spiegherebbe il continuo utilizzo degli ammortizzatori sociali per la gran parte dei lavoratori del gruppo (circa 10 anni) e la conseguente diminuzione dello stipendio.
Vi sono poi una parte di lavoratori Kme a Fornaci di Barga che sono ai massimali della cassa integrazione, dovevano lavorare almeno otto giorni al mese, ma non ci risulta che questo avvenga.
Il tentativo della azienda di ridicolizzare tutti quelli che intervengono sul precario andamento dell’azienda denota una mancanza di un piano industriale concreto e realizzabile.
In un contesto del genere, dove l’occupazione ovviamente è diminuita notevolmente e dove vi sono stati cambi di azionariato e degli assetti societari di parti importanti del gruppo, non vorremmo trovarci di nuovo a cessioni di business a fatti avvenuti.
Sul futuro della metallurgia va aperta una seria discussione anche con il Ministero dello sviluppo economico al fine di valutare la possibilità, come per la siderurgia, di un ingresso dello Stato, in modo da poter salvare importanti conglomerati industriali strategici per il nostro paese, che sono in difficoltà da troppo tempo e che rischiano di non tornare a decollare.
Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio Stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Barga
<< Indietro