"Lo Stato si deve mettere nei panni di una impresa": la lettera di un giovane imprenditore empolese

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un 28enne empolese, imprenditore del terziario e titolare di una delle pmi toscane al momento in grossa sofferenza. Non solo lamentele, sicuramente giustificate, ma anche proposte arrivano da questo giovane lavoratore e imprenditore, che ha chiesto di rimanere anonimo. Per non lasciare che l'ennesima occasione di rilancio dopo una crisi vada fallita anche questa volta in Italia. Ecco la lettera completa:

Come tante altre persone e aziende stiamo vivendo un disagio economico crescente a causa della pandemia da Covid-19. Ormai sono passati 7 mesi e realtà come la mia si trovano in difficoltà e non sono aiutate davvero dallo Stato, dalle Regioni e dalle Amministrazioni Pubbliche che dovrebbero, invece, fare una riflessione per pensare un nuovo slancio economico.

Oltre a mettere le pezze con aiuti una tantum il problema rimane. Con questi piccoli interventi non si risolve il problema, ma si cerca solo di arginarlo. Lo Stato si deve mettere nei panni di una impresa, di tutte le tasse che si deve pagare nonostante ogni giorno un imprenditore e un lavoratore si alzino con la paura che tutto rimanga chiuso.

Noi dobbiamo continuare ad adempiere ai nostri doveri fiscali, ma lo Stato ci lascia a noi stessi. Prestiti a interessi vantaggiosi, sgravi vari e sostegni momentanei non risolvono la situazione.

Non siamo tranquilli, la paura è quella che da un giorno all'altro si debba mandare a casa lavoratori che hanno famiglia, o che noi si vada in rovina. Tutto quello che abbiamo creato con sacrificio non lo voglio vedere svanire in 4-5 anni per fattori che non dipendono da me, e lo stato ha il dovere di garantirmi.

Voglio sentire l'aiuto dello Stato, non ci possono lasciar morire così. Servono interventi seri, serve aria pulita alle imprese.

Da imprenditore mi sento di fare alcune proposte che ci possa far rinascere: velocizzare l’erogazione del fondo perduto per tutte le aziende che hanno subito perdite di fatturato; pace fiscale per i prossimi 6 mesi (blocco delle cartelle esattoriali e proroga scadenze fiscali) per le imprese che hanno subito cali di fatturato oltre una certa soglia; diminuzione permanente del costo del lavoro per le aziende e fondi certi e immediati per la casa integrazione; detassare completamente gli utili aziendali reinvestiti in azienda; operare una vera rivoluzionaria semplificazione amministrativa; aumentare la liquidità per le aziende per alimentare gli investimenti e i piani di sviluppo delle aziende.

Bisogna poi approfittare dei fondi europei per incentivare un nuovo piano di rilancio industriale del Paese favorendo la crescita e la nascita di nuove imprese nei settori ad oggi più trainanti (tecnologie, telecomunicazioni, robotica, biomedicali) oltre che favorire la ricerca industriale.

Va bene la difesa e il rilancio del settore Turistico, ma serve approfittare del Recovery found per ridare all’Italia grazie alle pmi quella vocazione manifatturiera e produttiva in grado di moltiplicare più di ogni altro settore lavoro e distribuire ricchezza.

Queste sono le proposte di un imprenditore qualunque, spero che qualcuno le ascolti.

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