A 8 mesi dal lockdown, il sistema economico fiorentino continua a resistere: dal 31 marzo al 30 settembre le imprese sono addirittura cresciute: di poco, lo 0,6% globalmente e lo 0,2% l’artigianato. Si tratta però di dati peggiori di quelli registrati dalla media italiana: +0,9% per il totale delle imprese e +0,7% per quelle artigianali. Le nuove iscrizioni al Registro imprese registrano però un peggioramento rispetto alla situazione di un anno fa: da marzo a settembre sono diminuite rispetto allo stesso periodo del 2019 del 6.5% e del 14% per l’artigianato.
“Un’economia in forte sofferenza che non è sostenuta come meriterebbe. Le imprese, e con esse i cittadini, non possono passare da un provvedimento d’urgenza al successivo. L’incertezza, già poco comprensibile a marzo, genera paura e, quando perdura, rabbia. Lo stiamo vedendo sempre più con la crescita dei disordini sociali. La politica deve programmare, agire, non reagire. Le imprese hanno bisogno di orizzonti temporali più ampi, di una programmazione almeno semestrale, non di annunci da domenica sera validi dal lunedì successivo. Eppure anche gli ultimi decreti sono solo pezze, per altro mal messe” commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana.
“Consideriamo il decreto Ristori – prosegue Cioni – Le categorie beneficiarie sono scelte con una logica da burocrate che ha una scarsa conoscenza del sistema economico. Esistono intere filiere che lavorano esclusivamente per ristoranti, bar e fiere incomprensibilmente escluse dal decreto. Lavanderie che lavorano solo con ristoranti, impiantisti e imprese di pulizie che lavorano solo per gli enti fieristici, tutto il comparto della comunicazione web specializzata, per fare qualche esempio. Quel che occorre è uscire dalla logica dei codici Ateco e concedere contributi a fondo perduto per tutti, in base alla diminuzione di fatturato”.
Altro capitolo, le tasse che CNA chiede per cassa e con pagamento da sospendere fino alla fine del 2021. “Questo non significa non pagare il pregresso, ma è una verifica da fare a fine dell’anno prossimo” specifica Cioni.
La partita Cassa integrazione: “per l’artigianato, siamo punto e a capo. Stiamo ancora aspettando quella di luglio, agosto, settembre e fra poche ore anche ottobre. Il governo deve versare immediatamente quanto dovuto per il pagamento nelle casse di Ebret. Noi imprenditori abbiamo già difficoltà nel pagare la quota di stipendio di nostra competenza: non siamo ormai più in grado di anticipare anche la Cassa integrazione”.
Infine aiuti per gli affitti da giugno a dicembre e i mutui. “A gennaio -prosegue il presidente degli artigiani della Città Metropolitana di Firenze - scadranno le moratorie sui mutui. Non occorre rinviare la scadenza, ma che Governo, ABI e Consorzi Fidi si coordino per definire l’unica azione utile alle imprese: la rinegoziazione di tutti i mutui per diminuire (in base alla diminuzione di fatturato registrata ed attesa da ogni impresa) la rata mensile, allungando la vita del mutuo, senza spese ulteriori e a bassi interessi”.
Fonte: Cna Firenze
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