Uniscono le forze Ristoratori Toscana e Ristoritalia, l’associazione umbro-marchigiana nata anch’essa durante il lockdown per dare voce al settore della ristorazione, particolarmente piegato dall’emergenza Covid. Pasquale Naccari, portavoce del gruppo che conta 15mila iscritti nella nostra regione, di cui 1.000 a Firenze, ha incontrato il maestro Gianfranco Vissani, presidente onorario Ristoritalia. Due giorni di confronto e lavoro insieme per mettere nero su bianco le proposte al Governo della categoria.
«Ci siamo dati appuntamento a Firenze perché, a breve, daremo vita ad una federazione - annunciano Naccari e Vissani -. Il comparto ristorazione non si può permettere altre chiusure indiscriminate. Siamo preoccupati anche noi per l’innalzamento dei contagi, ma non vogliamo che le persone restino imprigionate dalla paura. Questo terrorismo psicologico creerà gravi danni, porterà le persone a chiudersi di nuovo in casa. C'è troppa confusione sui dati. Aumentano i contagi, ma il numero dei morti fortunatamente non è più quello di prima. Esistono le cure, ci sono i protocolli di sicurezza da seguire e applicare. I cittadini vanno rassicurati, non terrorizzati, altrimenti allo Stato costerà di più dover sopperire a tutte le necessità che deriveranno dalla grave crisi conseguente alla chiusura di tutte le attività».
«I nostri locali - proseguono - sono spazi sicuri e controllati. Non sono certo luoghi di contagio. Non c'è da temere nulla a venire a cena o a pranzo nei ristoranti». Sono ferree, ricordano i presidenti delle due associazioni, le misure imposte dall’emergenza: elenco dei nominativi dei clienti, dispenser con gel, utilizzo della mascherina da parte di tutto il personale e da parte dei clienti nei luoghi comuni, distanziamento dei tavoli e continua igienizzazione. In alcuni locali viene perfino misurato l'ossigeno nel sangue».
Non solo. «Invitiamo tutti i colleghi a ‘scomporre’ le tavolate in modo da suddividere i gruppi», dicono Naccari e Vissani, ricordando che «ogni ristorante è provvisto di ricircolo dell’aria, sia automatico che naturale». Insomma, più precauzioni di queste non esistono, ribadiscono Naccari e lo chef Vissani. «Il virus esiste, anche se non è più letale come prima, e ci dobbiamo convivere. La vita – sottolineano i due – deve continuare. Altrimenti qui non si muore per Covid, ma di fame».
«E' ora – è l'appello Naccari e Vissani ai ristoratori italiani – di essere uniti e compatti. Basta pensare al proprio orticello. Per questo stiamo lavorando per costituire una federazione nazionale che tuteli una categoria che è già in ginocchio. Stiamo preparando una proposta comune. Non chiediamo assistenzialismo, chiediamo di poter lavorare. Noi stiamo facendo la nostra parte, garantendo la massima sicurezza nei nostri locali, il Governo e le istituzioni facciano la loro».
Fonte: Ristoratori Toscana
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