A Prato, Pistoia, Signa e Porretta Terme è andato in scena un blitz antidroga che ha portato a tredici arresti. Nella mattinata di oggi, mercoledì 7 ottobre, la polizia ha disposto tredici custodie in carcere, un divieto di dimora con obbligo di presentazione e altri cinque divieti di dimora. Diciannove i soggetti implicati, ritenuti responsabili di spaccio.
Le indagini sono partite a settembre 2019 e sono proseguite anche con l'uso di agenti sotto copertura. Gli agenti hanno smantellato una rete di spaccio composta da diciassette persone di origini nigeriane, una di origini ghanesi e una di origini guineane. I fatti sarebbero avvenuti vicino alla stazione pratese, dove venivano spacciati eroina e marijuana.
Destinatari delle misure cautelari, 13 arresti in carcere e 6 misure di obbligo di dimora, sono tutti uomini originari dell'Africa, con meno di 30 anni, molti dei quali richiedenti asilo.
"Le misure cautelari" disposte dalla magistratura pratese sono arrivate per "smantellare la manovalanza dello spaccio di droga nella piazza cittadina", come ha avuto modo di spiegare il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi.
La novità nella tesi investigativa portata avanti dagli inquirenti è stata ritenere che una serie continuata di piccoli episodi di spaccio da parte di una stessa persona potesse essere considerata nel complesso una fattispecie di spaccio grave, arrivando ad applicare la misura della custodia in carcere. "Emerge così un sistema - ha spiegato a questo proposito Francesco Messina, direttore della Direzione centrale anticrimine della polizia di Stato, che stamane ha partecipato alla conferenza stampa nella quale sono stati resi noti i dettagli dell'operazione - siamo riusciti a ricondurre al comma 1 tanti episodi derubricati come comma 5, cioè lo spaccio di modiche quantità che non consente misure custodiali a carico dell'indagato". La squadra mobile pratese ha seguito dallo scorso settembre i tragitti di pusher e clienti, 'pendolari' da province vicine - individuando lo spaccio che si concentra nella zona della stazione ferroviaria centrale.
Il commento del sindaco di Prato Biffoni
Il problema dello spaccio di sostanze stupefacenti è sempre stato affrontato in città a tutti i livelli istituzionali, coinvolgendo innanzitutto la Prefettura e le forze dell'ordine, tenendo conto sempre anche delle segnalazioni dei cittadini. "L'operazione che si è conclusa oggi con 13 arresti, frutto di un anno di indagini, è una risposta concreta a un problema vasto che non riguarda solo Prato e che non si riduce a solo un problema di ordine pubblico ma anche sociale e sanitario. Un ringraziamento e i miei personali complimenti alla Procura della Repubblica e alle donne e gli uomini della Questura di Prato che con grande professionalità e impegno hanno lavorato per smantellare questo giro criminale. L'Amministrazione ha collaborato per agevolare il lavoro di indagine e continuerà a farlo". Il sindaco Matteo Biffoni commenta a caldo la notizia relativa alla cosiddetta operazione pusher che questa mattina ha portato a 13 provvedimenti di custodia cautelare e che colpisce il giro di spaccio nella zona della stazione centrale.
"Sin dal primo mandato abbiamo lavorato in collaborazione con tutte le istituzioni del territorio per affrontare un tema drammatico come quello dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti: controlli, indagini, ma anche un supporto con gli operatori di strada e la riqualificazione urbana delle zone più colpite - sottolinea Biffoni -. Fermare questi giri criminali è fondamentale, così come affrontare il dramma dei ragazzi tossicodipendenti e delle loro famiglie. Continueremo tutti con questo impegno, senza demordere, consapevoli che non è mai possibile abbassare la guardia su un tema così complesso".
Notizie correlate
Tutte le notizie di Prato
<< Indietro