La levata di scudi contro il centrodestra ha permesso a Eugenio Giani di vincere con un +7%, ma adesso davanti all'ufficio del neo-presidente della Regione Toscana c'è una questua di richieste politiche da trasformare in un programma di governo: l'obiettivo è quello di conciliare le varie anime della coalizione che, messa alle spalle la scure del cdx, diventano un materiale politico da plasmare.
Il neo-presidente poteva brandire quel +7% per imporre una linea senza guardare chi lo tirava per la giacchetta da destra o sinistra, anche in considerazione del fatto che le liste a suo sostegno sono state determinanti, ma non 'vincenti': solo Italia Viva ha raggiunto il 4% e ottenuto 2 consiglieri, mentre le altre liste non hanno raggiunto il quorum. Ma il cammino annunciato 'a mezzo stampa' è di tutt'altro tipo: Giani sembra voler interpretare i dati elettorali come un monito, mettendo da parte i trionfalismi per tentare di costruire un'alternativa solida ad una destra in crescita, consapevole che la strategia del "a lupo al lupo" non potrà funzionare in eterno. Giani ha quindi spiegato di "non voler disperdere le energie" della coalizione, che "nessuno deve sentirsi escluso", scegliendo di fatto la 'politica dei tre forni': "Avremo sicuramente i tre soggetti fondamentali, ossia la posizione centrale del PD, dall'altro Italia Viva e poi Sinistra Civica Ecologista".
Un progetto che parte dalla Giunta: gli assessorati dovranno essere distribuiti tra le varie anime. Giani ha più volte ribadito che SCE avrà un assessorato (i più probabili sono Ambiente o Politiche Sociali), una promessa che a questo punto sembra un impegno a tutti gli effetti. Proprio un assessorato a Sinistra Civica Ecologista, non scontato in assenza di quorum, acquista un enorme valore politico: certifica la volontà del PD di dialogare con ciò che sta alla sua sinistra, indica un qualche grado di permeabilità del PD a questa componente della coalizione. Un'apertura non da poco insomma, 'sollecitata' dai vertici nazionali del PD che sembrano intenzionati costruire un'offerta politica che risulti accoglibile dall'elettorato di sinistra senza se e senza ma: insomma l'obiettivo è costruire un fronte solido alternativo alla destra che permetta di non ritrovarsi il giorno delle elezioni con il terrore di perdere la 'roccaforte rossa'. Questo 'passo a sinistra' si dovrebbe concretizzare anche in una Giunta a maggioranza 'zingarettiana', con Nardini vicepresidente e almeno due assessori di area.
Ma la 'politica dei tre forni' rischia di non sfornare nemmeno un panino. Anche l'apertura a sinistra è uno dei motivi per cui si acuiscono gli attriti con Italia Viva che dopo essersi auto-attribuita un ruolo determinante nella vittoria, richiede più peso nella coalizione: l'ex renziano Giani ha rivendicato la sua autonomia decisionale e programmatica, poi dopo qualche dichiarazione rilasciata sulla stampa è venuto ai ferri corti con lo stesso Renzi, il quale potrebbe non appoggiare la nuova Giunta. Italia Viva vuole più assessori e vuole contare di più, preoccupata che anche a livello programmatico Giani possa fare troppe concessioni. Tra queste, ad esempio, c'è la questione dall'aeroporto, punto su cui SCE e Italia Viva sono pronti a fare muro contro muro.
Il non-appoggio di IV sarebbe stato uno scenario inimmaginabile fino a poco tempo. È evidente che qualcosa è cambiato. Giani vuole vestire i panni del "presidente dei toscani", un ruolo che ha più volte rivendicato e che si traduce nella disponibilità del neo-presidente ad abbracciare la logica del compromesso tra tutte le voci in campo, senza accettare nessun aut aut. L'obiettivo è quello di ridisegnare i confini a sinistra del PD in senso più inclusivo, ma senza troppi stravolgimenti programmatici, rilanciare l'immagine a sinistra del Partito Democratico senza inficiare il 'riformismo centrista' degli ultimi anni, dare insomma risposta ad una più ampia platea possibile di elettori presentandosi come mediatore capace di ascoltare tutti.
Ma offrire assessorati è relativamente 'facile', più difficile sarà trovare punti di contatto sul programma. Qui la grande sfida di Giani: rispondere e conciliare richieste di una coalizione che a tratti si è dimostrata 'chiassosa'. La paura di perdere la Toscana ha portato il PD a fare un 'passo a sinistra', ma l'effetto domino è stato quello di togliere terreno alla sua destra. La prima 'fatica' di Giani è proprio quella di trasformare il 'chiasso' in una sinfonia politica, ma il punto è capire se il presidente riuscirà a creare un 'governo del compromesso' o sarà costretto a fare una scelta di campo.
In questo contesto è determinante il ruolo di Sinistra Civica Ecologista, il referente politico di quello che sembra un 'passo a sinistra' del PD toscano. Tra i nomi più probabili per un assessorato nelle file di SCE c'è quello di Serena Spinelli:
QUI LA MIA INTERVISTA A SERENA SPINELLI SU GONEWS.IT
Giovanni Mennillo
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