Domani a Santa Croce la seconda Giornata della Fraternità

La sfida della seconda Giornata della Fraternità è quella di dimostrare che c’è un’economia possibile, al tempo della pandemia, che può essere messa al servizio dell’uomo. Proprio l’emergenza mondiale che stiamo vivendo rende il cambio di passo irrinunciabile e urgente. L’Opera di Santa Croce con la Comunità dei Frati minori conventuali, in pieno spirito francescano, la mattina di venerdì 2 ottobre chiama a raccolta esperti e rappresentanti delle diverse religioni per un confronto a tutto campo che parte dalle prospettive concrete e ampie aperte dalla Dichiarazione sulla Fratellanza umana di Abu Dhabi, pietra miliare del dialogo tra uomini di fedi religiose diverse.

Dunque economia e fraternità costituiscono un binomio necessario, più che possibile. Non si tratta di utopia: l’iniziativa dell’Opera e dei Francescani di Santa Croce si inserisce in un dibattito molto vivace che si è sviluppato anche in conseguenza della pandemia e anticipa la promulgazione di Fratelli Tutti, l’enciclica che Papa Francesco firmerà ad Assisi il 3 ottobre.

La Giornata di Santa Croce - che si conferma luogo particolare del dialogo tra persone, culture e religioni - si aprirà alle 9.30 con il saluto dei rappresentanti del Fondo Edifici di Culto, del Comune di Firenze, dell’Arcidiocesi, della Comunità Francescana e dell’Opera di Santa Croce. Quindi gli interventi, coordinati da Cristiano Ciappei (docente di Strategia ed Etica d’impresa Università di Firenze) di Paolo Biancone, esperto di finanza islamica Università di Torino; Guido Guastalla, editore e rappresentante della comunità ebraica di Livorno; Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali e docente Università di Bologna e Felice Autieri della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale.

La Giornata è organizzata in collaborazione con il Festival Economia e Spiritualità.

“Non usciremo dall’emergenza umana mondiale legata alla pandemia senza fare scelte di coraggio e senza rinunciare all’egoismo. Non possiamo continuare a vivere come abbiamo fatto fino a oggi” - sottolinea don Alessandro Andreini, vicepresidente dell’Opera di Santa Croce

“Va ricordato il contributo che i francescani hanno dato in secoli diversi nei momenti più difficili della storia per sollevare i più poveri attraverso la predicazione contro ogni ingiustizia - mette in evidenza padre Paolo Bocci, rettore della basilica - hanno creato realtà specifiche come i Monti di pietà e quelli frumentari, risposte concrete ai problemi dell’usura e delle oligarchie economiche”.

 

Fonte: Ufficio Stampa

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