Soddisfazione per il parere favorevole, espresso dal Comitato tecnico scientifico, circa la possibilità di effettuare tamponi rapidi e meno invasi nelle scuole, sebbene per la sola attività di screening. Ad esprimerla è Camilla Bianchi, Garante toscana per l’infanzia e l’adolescenza, che proprio ieri aveva scritto a proposito alle autorità regionali e nazionali, dopo aver raccolto l’appello lanciatole da alcuni genitori che chiedevano test più rapidi e meno invasivi del tampone nasofaringeo per certificare la salute dei bambini che devono rientrare a scuola dopo una malattia. Ma, avverte il Garante, “ritengo di dover insistere nel suggerire di valutare altresì l’opportunità di non trattare in modo uniforme molteplici fattispecie che, al contrario, abbisognano di una regolamentazione differenziata, come già segnalato sia al Governo che alla Regione”.
“Infatti, un trattamento uniforme a prescindere dalla specifica situazione sanitaria del singolo individuo – prosegue Bianchi -, produce l’irragionevole effetto per cui una formale certificazione di essere soggetto ad una rinite allergica, per citare uno dei tanti possibili esempi, non costituisce motivo sufficiente per essere esonerati dell'iter diagnostico. Inoltre, andrebbe parimenti valutata l’opportunità di responsabilizzare maggiormente i genitori ritenendo sufficiente per il rientro a scuola, ad esempio, una loro autocertificazione per ridurre al massimo il periodo di assenza dalla classe e di stabilire altresì che un semplice raffreddore non sia da intendersi come motivo sufficiente per attivare l'iter diagnostico né per tenere un bambino a casa”. Evenienze, ha sottolineato ancora il Garante, che peraltro sono state oggetto già di sue specifiche segnalazioni sia alla ministra dell’Istruzione, sia al presidente della Giunta regionale toscana che ai competenti assessorati alla Sanità ed all’Istruzione, confidando “nella loro condivisa e fattiva adesione”.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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