La Digos ha identificato due ultras della Fiorentina ritenuti responsabili dell'aggressione al fotoreporter Massimo Sestini (qui la notizia).
In meno di 24 ore la Polizia di Stato ha identificato e denunciato due giovani ultrà di 26 e 29 anni del gruppo “1926” della curva Fiesole, ritenuti responsabili dell’aggressione del noto fotoreporter avvenuta a Firenze lo scorso mercoledì sera su Ponte Santa Trinita, in occasione dei festeggiamenti per l’anniversario della fondazione della squadra viola.
Il fotoreporter si è avvicinato a un gruppo di tifosi viola che festeggiava l'anniversario della fondazione della squadra, nella notte tra mercoledì e giovedì scorso su ponte Santa Trinita a Firenze, ed è stato spintonato oltre a subire la rottura del telefono cellulare.
Sestini si è fermato per scattare delle foto col proprio telefonino, ma è stato immediatamente avvicinato da alcuni ultrà che lo hanno spintonato e minacciato, costringendolo a desistere dal fare fotografie.
Quando poi la vittima si è qualificata come giornalista, ne è scaturita una reazione ancora più violenta dei tifosi: gli è stato detto che le foto le avrebbe potute vedere sul gruppo facebook “fuori dal coro” e mentre il più giovane gli ha strappato il telefonino di mano scaraventando l’oggetto a terra, il 29enne, con il piede, lo ha schiacciato cercando di renderlo inutilizzabile.
Nella circostanza anche un altro passante, trovatosi lì per caso, è stato allontanato con urla e cori dal gruppetto semplicemente perché aveva tentato di redarguire i tifosi in merito al loro comportamento in riferimento anche all’accensione di alcuni fumogeni in un luogo di interesse storico.
I due sono stati denunciati per violenza privata, danneggiamento del telefono del giornalista e manifestazione non autorizzata. Anche un altro tifoso di 20 anni è stato denunciato per manifestazione non autorizzata in concorso.
I tre sono risultati attualmente sottoposti a Daspo e nei loro confronti saranno avviate le procedure per l'emissione di un nuovo Daspo a seguito di questo episodio.
Proseguono le indagini per risalire all'identità degli altri tifosi che hanno partecipato all'evento non preavvisato alla questura.
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