“In tempi non sospetti avevamo, a ragione, evidenziato che la prospettiva di Perini Navi ci appariva poco chiara. A seguito l’azienda ha richiesto l’attivazione della procedura per la ristrutturazione del debito per tentare il salvataggio, ma ad oggi il quadro resta grave e preoccupante ed i tempi delle scelte non sono una variabile indipendente. Il cantiere è fermo da mesi e ad oggi non vi è il benché minimo piano di rilancio ne di ripresa delle lavorazioni.
Le ditte in appalto, su cui è fondato il sistema produttivo Perini Navi e che vantano importanti crediti, più passa il tempo e più vi è il rischio che non siano in condizione di riprendere l’attività lavorativa. Questa situazione sta creando un grave problema occupazionale e non ci stiamo ad aspettare i tempi della proprietà che appare più interessata a tutelare i suoi interessi che quelli dei lavoratori e delle loro prospettive. Registriamo fondati interessi imprenditoriali riguardo l’acquisizione complessiva dell’azienda ed un suo rilancio, che a questo punto sarebbe opportuno che venissero ulteriormente concretizzati e formalizzati alle Organizzazioni Sindacali. È evidente che l’azienda Perini Navi comprende anche il cantiere Beconcini di La Spezia che resta fondamentale e subordinato a qualsiasi operazione di acquisto da parte di altre compagini industriali. Mentre il cantiere di Perini in Turchia produttivamente potrebbe anche essere ritenuto non necessario in prospettiva, Beconcini deve restare vincolato con Viareggio, pena il decadimento di prospettiva industriale. Per questi motivi riterremmo grave se l’azienda tentasse operazioni di cessioni di porzioni di azienda che non hanno niente a che vedere con fondamenti industriali e si rivelerebbero solo operazioni finanziarie fini a se stesse. Riteniamo opportuno che si attivi un tavolo con il Comune di Viareggio e la Regione Toscana, Perini Navi è un prestigioso marchio riconosciuto a livello mondiale ed in ballo ci sono i destini di centinaia di lavoratori, vi sono importanti compagini industriali che manifestano interessi concreti ad investire ed a produrre, bisogna conoscere preventivamente i piani industriali, i dettagli degli investimenti e le garanzie occupazionali, avendo chiarezza sul modello di sviluppo. Dobbiamo misurarci su concreti piani di crescita che guardino al progresso futuro e anche all’ interesse della collettività, ben sapendo che le concessioni vanno subordinate a criteri di sostenibilità sociale. Chiederemo inoltre un incontro al Commissario nominato per la procedura di concordato”.
Lo dichiara Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana
Fonte: Cgil Toscana e Firenze - ufficio stampa
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