In merito alla posizione assunta dai sindacati di categoria della Toscana che, a seguito del mancato rinnovo del contratto della sanità privata, invitano la Regione ad “azzerrare le convenzioni”. interviente il dr. Roberto Cutajar, Presidente di Aris Toscana, li invita a “dare una mano concreta per risolvere i problemi le cui soluzioni sono state già indicate nella lettera del Presidente della Conferenza Stato-Regioni Bonaccini - prosegue il dr. Cutajar -.Ho letto quanto affermano i responsabili sindacali e mi chiedo dove erano quando il Governo e le Regioni emanavano un fuoco di fila di provvedimenti che limitando le risorse attraverso ampie decurtazioni tariffarie, automaticamente limitavano la remuneratività degli stipendi dei dipendenti. In qualunque attività economica, pubblica o privata che sia, i costi di produzione e quindi il costo del personale può crescere se aumentano i prezzi e le tariffe. Dove erano poi quando la Regione emanava la DGR 947/2016 che in molti casi riportava le tariffe dei ricoveri ospedalieri ai livelli della fine degli anni ‘90, eppure i sindacati sapevano che quel provvedimento avrebbe creato pericoli per l’occupazione e gli stipendi, e richiesti di intervenire si sono limitati a prendere atto".
Prosegue il Presidente Aris: "Così come mi domando dove erano quando la Regione emanava, senza alcuna consultazione con le associazioni datoriali ,la DGR 1220/2018, per fortuna annullata dal TAR Toscana, che riduceva i tetti finanziari complessivi del settore ed impediva anche di erogare liberamente i trattamenti medici e chirurgici di alta complessità richiesti loro da pazienti di tutto il territorio nazionale per l’eccellenza delle prestazioni erogate. Appare ovvio che dopo anni di decurtazioni di tariffe e budget con provvedimenti legislativi e compressione dei budget per le prestazioni di alta complessità che in qualche modo compensavano le prime, ulteriori incrementi di costi non sono tollerabili.
Per questo mi chiedo perché i rappresentanti sindacali non sono intervenuti a proteggere i lavoratori nell’occasione di tutti questi provvedimenti e se si sono accorti che in Italia c’è stata un epidemia i cui costi per la prevenzione sono stati lasciati completamente a carico delle strutture nonostante l’abbattimento drammatico dei ricavi.
Le strutture ARIS no profit sono disponibili a coprire il 50% degli oneri con i propri bilanci. Per il restante 50% il Ministro Speranza e le Regioni hanno promesso di intervenire e il solo strumento per farlo è l’incremento delle tariffe ospedaliere se non si vuole scaricare gli aumenti sui lavoratori con richieste di incrementi di produttività (già ai limiti massimi) conseguenti ad eventuali aumenti del budget di prestazioni.
I sindacati non dicono che la disponibilità a queste coperture da parte delle Regioni è stata comunicata dal Presidente della Conferenza Stato-Regioni Bonaccini il 28 luglio che in una lettera mette per iscritto “l’impegno delle Regioni e delle Province autonome a farsi carico del 50% dei costi del rinnovo contrattuale”. Per sottoscrivere il contratto nazionale occorre dare un minimo di tempo alle Regioni per emanare i provvedimenti necessari ed appare assurdo aspettarsi la sottoscrizione del CCNL prima. Le strutture ARIS sono pronte sin da subito ad intervenire col proprio 50% nonostante le difficoltà. Quello che è pendente - e impedisce la sottoscrizione - è il 50% di spettanza pubblica. Se c’è volontà politica, nel giro di qualche settimana potremo dare ai lavoratori gli incrementi di cui hanno diritto da anni
Fonte: Aris Toscana
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