Un nuovo volto per il Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle Val d’Elsa. Il nuovo progetto di allestimento è stato illustrato alla cittadinanza nel corso del secondo appuntamento con “Le Notti dell’Archeologia”.
«La necessità di un nuovo progetto di allestimento museale emerge nel contesto di una visione strategica sull'offerta culturale e turistica della città – dichiara il sindaco di Colle Val d’Elsa Alessandro Donati -, che vede come centrale un collegamento forte sia tra i tre musei cittadini (mettendo a sistema Museo archeologico, quello del Cristallo e San Pietreo) che tra essi e il territorio. Tale ottica esce dalla dimensione del museo come semplice contenitore di reperti, andando verso un museo aperto con livelli di lettura che abbracciano temi ulteriori e trasversali rispetto all'archeologia, storie che si intersecano all'interno del palazzo Pretorio: la memoria, la storia, l'architettura, l'artigianato, l'industria, gli uomini illustri, l'arte contemporanea»
«Grazie a questo nuovo progetto – sottolinea l’assessore alla cultura Cristiano Bianchi - consegneremo alla città e ai suoi visitatori un museo più aperto, più moderno, più accessibile, più piacevole, un museo che non guardi più solo al passato ma anche al futuro, augurandoci che possa coinvolgere e ispirare i visitatori, specialmente i più giovani».
Il progetto, curato dall'archeologo Giacomo Baldini per la parte scientifica e dall'architetto Gabriele Pulselli per la parte architettonica, prevede: il piano terra avrà fruizione pubblica e gratuita, ed ospiterà le stanze della memoria e importanti rimandi al museo, a Dometaia e agli altri musei cittadini; il giardino, ad uso pubblico e gratuito, ospiterà la scultura di Sol Lewitt, già realizzata in questo luogo nel 1996 in via temporanea all’interno della manifestazione Arte all'Arte, e che sarà riscostruita in via definitiva andando ad arricchire il patrimonio di arte pubblica contemporanea della nostra città; si creerà un nuovo accesso dalle mura verso baci'o, da quello che si è rilevato essere stato l'ingresso della Rocca dei Fiorentini, e che potrebbe diventare un nuovo punto di accesso alla città alta; l'apertura di una porta verso il cortile tra il palazzo pretorio e il Duomo, dove si trova la facciata dell'antica Pieve di San Salvatore, che consenta l'uso del cortile per attività legate al museo; la partenza della visita dall'ultimo piano a scendere, partendo dalla bellissima sala Grande con i suoi affreschi, che sarà libera da esposizione e restituita all'uso pubblico originario; la realizzazione delle ricostruzioni della tomba di Calisna Sepu, dove i reperti saranno ammirati nella collocazione originale, della fornace di quartaia, e delle tombe a fossa di dometaia; la valorizzazione del Bronzetto di Colle, in relazione ai temi del cristallo e dell'acqua; la linea del tempo realizzata nell'interstizio verticale prospicente l'antica Torre Civica, crollata; l'evidenziazione e valorizzazione delle varie stratificazioni storiche che compongono l'architettura del Palazzo Pretorio stesso, che diventerà esso stesso parte dell'esposizione. Il progetto si è' sviluppato nei mesi scorsi in maniera corale, coinvolgendo, una molteplicità di persone che hanno dato un contributo fondamentale: il Gruppo Archeologico, Carlo Parri, l'Architetto Francesca Ameglio autrice della grafica, Sandra Busini dell'Ufficio Cultura, la Soprintendenza Archeologica nella persona dell'archeologo Jacopo Tabolli, la Soprintendenza dei Beni culturali nella persona dell'architetto. Giulia Manca, Andrea Zifferano dell'Università di Siena, Elisa Bruttini di Fondazione Musei Senesi, la consigliera comunale Caterina Secchi.
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