"Alla Regione chiediamo un patto di ferro per il futuro della nostra regione. Il documento per i candidati alla presidenza della Regione che i sindaci hanno discusso oggi non è un esercizio di stile. È una serie di proposte immediatamente operative, che vorremmo diventasse parte integrante dei loro programmi e della loro azione. Stavolta più che mai chiediamo che i sindaci siano i soggetti protagonisti delle politiche per le nostre città e i nostri territori". È chiaro il messaggio del presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, che stamani ha aperto l'Assemblea regionale dell'associazione che si è tenuta sia in presenza al Fuligno di Firenze sia in videoconferenza, coinvolgendo oltre 150 tra sindaci e amministratori.
Un evento che, oltre all'approvazione all'unanimità del bilancio 2019, ha registrato il confronto sulla bozza di documento di AnciToscana in vista delle elezioni regionali di settembre, già esaminato dal direttivo dell'Associazione, a cui hanno contribuito tutti i responsabili dei diversi settori e a cui stamani sono stati dati ulteriori contributi.
Molti gli interventi dei sindaci: Cristina Giachi (vicesindaca di Firenze), Leonardo Borchi (Vaglia), Roberta Casini (Lucignano), David Baroncelli (Barberino Tavarnelle), Sandra Scarpellini (Castagneto Carducci), Sandro Cerri (Montecatini Val di Cecina), Ginetta Menchetti (Civitella Val di Chiana), Alberta Ticciati (Campiglia Marittima), Nicolò Caleri (Pratovecchio Stia), Michele Angiolini (Montepulciano), Federico Ignesti (Scarperia San Piero).
Al termine, sono stati raccolti i diversi contributi arrivati dagli interventi ad integrazione del documento, che sarà a breve ripresentato al Direttivo di AnciToscana per il definitivo via libera.
Il documento esamina tutti i temi di interesse dei Comuni, sui quali le amministrazioni si sono già impegnate a fondo, avanzando proposte precise su ogni settore. Ovvero: la gestione dei finanziamenti europei (per condividere gli obittivi e semplificare le procedure); l'architettura istituzionale (per raccordare le agende e rendere più efficati gli strumenti),;l'innovazione tecnologica (per superare il gap digitale delle PA sia in modeli che in personale); la politiche ambientali (efficientamento energetico, riciclo dei rifiuti, inquinamento atmosferico); acqua (gestione del servizio idrico e uso delle risorse); urbanistica (semplificazione delle procedure e pianificazione); mobilità (integrazione modale, parco mezzi, zone periferiche); turismo (qualificare e mettere in rete informazione e accoglienza); i borghi (superare l'effetto cartolina); montagna (contrastare lo spopolamento e investire sui servizi); agricoltura (attenzione alla qualità e promozione dei prodotti locali); forestazione (lotta agli incendi, al dissesto idrogeologico, agli agenti patogeni); cultura (nuove reti e forme di aggregazione); scuola (edilizia scolastica, formazione professionale, inclusione); wefare e sanità (integrazione e adeguamento alla post-emergnza); politiche abitative (definire i modelli e gli interventi Erp); fiscalità locale (evasione fiscale, investimenti e infrastrutture); sicurezza (controllo del territorio e riqualificazione urbana); migranti (favorire l'accoglienza diffusa); sport (impianti e diffusione); servizio civile (aggiornare e dare continuità, sviluppare le Botteghe della Salute); cooperazione internazionale (Agenda 2030, sostegno ai paesi che generano flussi migratori); economia collaborativa e civica (sostenere e sviluppare le buone pratiche); costa e porti (da inserire).
Ecco il testo che apre il documento e ben spiega la filosofia che ne sa alla base.
"Oggi, più di sempre, il ruolo degli enti locali risulta fondamentale per la ripartenza e lo sviluppo del Paese: non è più pensabile portare avanti le riforme e l’innovazione senza ascoltare la voce dei Comuni, che si sono dimostrati presidi solidi, affidabili, cardini del collegamento tra lo Stato, le Regioni e i cittadini. Più che mai capaci di dare voce e portare soluzioni ai problemi del Paese reale. I Comuni tutti, dal più grande al più piccolo, devono essere co-protagonisti a tutti gli effetti delle scelte che avvengono e ricadono sui territori.
E questo in tutti i settori, a partire da quello economico: in Italia oggi il sistema degli enti locali è il più importante investitore pubblico, con un quarto del totale delle opere realizzato da Comuni e Città metropolitane. Lo sviluppo economico, così come quello ambientale, urbanistico o sociale non sono meri settori tematici di programmi operativi, né solamente “obiettivi di spesa” da rendicontare a chiusura delle agende amministrative.
Anche perchè oggi, dopo l’emergenza, è proprio e soprattutto nel settore economico che si gioca il futuro della nostra regione. I dati Irpet sono impietosi: la Toscana è tornata alle quantità di produzione industriale degli anni Settanta. Con un crollo del 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, registra una perdita superiore della media nazionale che è del 42,5%. Le previsioni sull’occupazione sono altrettanto preoccupanti.
Se non sapremo superare questa crisi, se le nostre imprese non riprenderanno a crescere, gli scenari che ci attendono saranno drammatici. Per i cittadini, le famiglie, i Comuni, i territori, per la qualità della vita in tutti i suoi aspetti. Senza una ripresa, per la quale la Regione dovrà investire, sono a rischio tutti i servizi, dalla sanità, alla scuola, al welfare. Se ne può uscire soltanto in un modo: insieme. Un concetto questo espresso tante volte in passato, ma che oggi assume un nuovo significato, un'urgenza e una necessità assolute. Che non possiamo permetterci di far restare solo sulla carta.
Quello che i Comuni propongono alla Regione è un ‘patto di ferro’ che ci porti fuori dalla crisi e che ponga le basi per un nuovo modello di collaborazione e di sviluppo per i prossimi cinque anni. Noi abbiamo il ruolo fondamentale di “aggregatore della rappresentanza e della domanda” dei Comuni e vogliamo continuare a sviluppare, insieme alla Regione, progettualità ed azioni sui territori, come abbiamo fatto, con soddisfazione di tutti, in questi ultimi anni. Riteniamo strategico il rapporto fra Regione e Anci Toscana in un’ottica di completa conoscenza e coinvolgimento dei territori e ampia pervasività delle politiche.
Coniugare sapienza e competenza, che hanno fatto della Toscana un simbolo di bellezza, natura, ingegno ed agricoltura di eccellenza, con innovazione, modernità, impresa e occupazione giovanile sarà la sfida che Comuni e Regione dovranno affrontare e condividere, con la capacità di cogliere tutte le opportunità offerte dalle politiche Europee e dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite"
Fonte: Ufficio Stampa
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