Cari colleghi,
al punto in cui siamo arrivati e in assenza di una decisione collettiva sul destino dell’Unione Alta Valdera, ho il dovere di mettervi a conoscenza che nel prossimo Consiglio Comunale di Peccioli proporrò in approvazione una delibera per uscire dall’Unione.
Le motivazioni risiedono in tante valutazioni che in gran parte abbiamo già condiviso e che conoscete, ma che per motivi di chiarezza e con spirito di collaborazione provo a riassumere in breve sintesi.
I PRECEDENTI
Nel Consiglio dell’Unione dello scorso 28 novembre abbiamo approvato un documento, qui di seguito riportato, che citava esplicitamente:
Oggi, dopo tre anni, riteniamo doveroso procedere ad una puntuale revisione per diversi motivi:
- La sentenza della Corte Costituzionale, che pochi mesi fa, ha ritenuto non obbligatoria la gestione associata dei servizi per i Comuni sotto i 5.000 abitanti. L’Unione per i Comuni come i nostri non è più quindi obbligatoria, ma è scelta sulla base di nuove valutazioni politiche.
- L’inizio di una nuova legislatura, seguita da una campagna elettorale dove diversi Comuni hanno portato il tema del ripensamento e revisione dell’Unione come uno dei punti importanti del loro programma.
- Dopo tre anni dal suo inizio l’Unione deve avere un organico proprio, non è più possibile avere personale comandato dai Comuni. Questo impone una seria riorganizzazione dell’intera macchina amministrativa sia dell’Unione che dei Comuni.
Si ritiene quindi indispensabile un ripensamento della macchina amministrativa dell’Unione, cosa che dovrà avvenire ed essere già operativa nella nuova forma che decideremo di dargli a partire dal 1° marzo del 2020. Il termine suddetto è trascorso invano senza che sia stato possibile fare nessuna discussione e nel frattempo si sottolineano anche altri elementi di valutazione:
NEL FRATTEMPO
- Il periodo del lockdown, in diversi Comuni ed in particolare in quello di PECCIOLI, ha rafforzato uno spirito di corpo ed un senso di responsabilità e appartenenza che non ha trovato un adeguato riscontro dentro l’Unione dove, al contrario, si sono registrati ulteriori segni di disgregazione.
- Le Unioni dei Comuni, come ho avuto più volte modo di affermare, sono strumenti per loro natura troppo complessi e burocratizzati e la Regione, di fronte a diverse sollecitazioni, non ha mai ritenuto opportuno trovare forme più semplici di collaborazione tra gli enti. In questo contesto sempre di più l’Unione diventa luogo dove tutti vorrebbero attingere vantaggi ma nessuno riconoscere la centralità e il ruolo di programmazione e progettazione della stessa.
- Negli ultimi tempi ha di nuovo fatto irruzione nella scena politica locale il problema ormai più che ventennale della bonifica della discarica della Grillaia. Un problema che non riesce a trovare una ragionevole soluzione, innescando polemiche infinite che logorano oltre il consentito il rapporto tra gli enti fino al punto da compromettere ulteriormente la difficoltà degli stessi Comuni di confrontarsi serenamente sulle molteplici problematicità che l’Unione dovrebbe affrontare.
OGNUNO HA LE PROPRIE RAGIONI
Ho molto rispetto per le scelte e per l’attività svolta dai miei colleghi, ritengo anche sacrosanta l’autonomia che ogni Comune intende coltivare e rivendicare in ogni momento e circostanza e anche la giusta necessità di mantenere promesse fatte agli elettori.
Ho molto rispetto per le diverse ragioni che ascolto sul tema, ormai così rilevante, su come affrontare le questioni relative alla bonifica della discarica della Grillaia.
Ho molto rispetto e sono anche convinto che ognuno dal suo punto di vista faccia le giuste osservazioni sul funzionamento dell’Unione.
Ho molto rispetto e comprendo che ogni Comune tende a dilatare il suo concetto di autonomia fino al massimo consentito.
Ho molto rispetto anche per i dipendenti della stessa Unione che, in mancanza di una politica di indirizzo coerente, siano al tempo stesso sacrificati e parte del problema.
TANTE BUONE RAGIONI NON FANNO UN PROGETTO
Purtroppo dobbiamo prendere atto che tutte queste intenzioni, prese singolarmente possono apparire buone ma messe insieme non possono garantire la condizione utile a costruire un progetto, mancando infatti di una visione comune. L’autonomia tutelata con grande gelosia va bene, ma se non trova un punto di contatto con una idea di sviluppo di un territorio e di gestione comune dei servizi può diventare un esercizio sterile e dannoso addirittura per i cittadini.
Oggi per i Comuni sotto 5.000 abitanti non è più obbligatorio gestire insieme i servizi, in forza della recente sentenza della Corte Costituzionale, questo lascia ogni Comune perfettamente libero di organizzare la propria politica e i propri servizi all’interno del quadro istituzionale che preferisce, nonché di poter fare teoricamente le scelte con grande libertà e di determinare i confini della propria politica.
UNA NUOVA PROSPETTIVA?
Questa libertà a nostro avviso potrebbe aprire una grande possibilità che è quella della responsabilità e consapevolezza di aderire volontariamente con convinzione ad un progetto che veda nella collaborazione un valore aggiunto e non una penalizzazione.
Il Comune di Peccioli, nel momento in cui ritiene non più percorribile la strada dell’Unione così come oggi conosciuta, è comunque convinto e ritiene indispensabile una collaborazione tra Comuni, ma questo deve avvenire attraverso una visione progettuale in uno scenario condiviso!
Importante in questo quadro lo studio ValderaLab portato avanti da Nomisma e sostenuto dai Comuni di Chianni, Lajatico, Terricciola, Ponsacco, Pontedera e Peccioli e l’impegno che abbiamo preso con il Comune di Pontedera di presentare il 9 Settembre un progetto di fattibilità sulla mobilità della Valdera.
Fonte: Comune di Peccioli
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