Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto ieri mattina al Quirinale il presidente della Fondazione “F.Turati” Onlus, il dottor Nicola Cariglia, accompagnato dal senatore Vannino Chiti e dal professor Simone Visciola, storico dell’età contemporanea e docente all’Università di Tolone. Cariglia ha presentato al Presidente Mattarella il libro di Visciola «L’alternativa impossibile. L’idea socialdemocratica di Antonio Cariglia tra Italia ed Europa negli anni della “prima” Repubblica».
Il volume, edito da Marsilio nella collana Saggi, 506 pag., euro 32, ripercorre, sullo sfondo delle vicende del socialismo italiano dal 1946 al 1992, la vita politica di Antonio Cariglia (Vieste 1924 – Pistoia 2010), uno degli uomini di punta del PSDI e fondatore della Fondazione Turati, una Onlus che opera nel settore socio-sanitario in Toscana, Lazio e Puglia.
Più volte parlamentare italiano ed europeo, Cariglia è stato per lunghi anni l’unico rappresentante italiano nel Bureau dell’Internazionale Socialista dove si spese, prima, per l’ingresso dei Socialisti Italiani e più tardi del PDS. Strenuo assertore della riconciliazione delle forze divise del socialismo italiano, a lui si deve nel 1966 l’invenzione della “bicicletta”, il simbolo dell’unificazione socialista che diede vita alla breve esperienza del PSU, di cui fu vicesegretario. Nel 1988 assunse la guida politica e morale di un PSDI travolto dagli scandali, nel disperato tentativo di salvarlo dall’estinzione mentre crollava la “Repubblica dei partiti”.
Legato indissolubilmente a Saragat, fin da Palazzo Barberini, Cariglia, il libro ne ripercorre tutti i passaggi, perseguì con coerenza e chiarezza due linee politiche, la prima tesa ad inserire stabilmente l’Italia nel più ampio contesto europeo e la seconda finalizzata a dare forza e rappresentanza politica a un mondo laico e riformista che, diviso e frastagliato, non riusciva a far sentire la sua voce e a imporre le sue idee.
Coinvolto, come segretario del PSDI, in Tangentopoli, Cariglia scelse la strada di ritirarsi dalla vita politica e di difendersi nei processi. Dopo più di dieci anni, nel 2004, fu assolto con formula piena per non aver commesso i fatti che gli erano stati imputati.
Fonte: Ufficio stampa
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