"Nidi allo sbaraglio": la lettera alle amministrazioni dell'Empolese Valdelsa

È arrivata alla redazione di gonews.it una lettera indirizzata alle amministrazioni dell'Empolese Valdelsa. L'autore, che resta anonimo e si firma 'addetto ai lavori', ha incentrato la lettera sulle attività degli asili nido, ripartite dopo lo stop del Coronavirus e il lungo lockdown.


"Nidi allo sbaraglio, sembra il nome di una trasmissione televisiva, ma purtroppo è la realtà.

Aprono il nido. No, è un centro ludico estivo. No, è aperto solo per i bambini del nido, ma ci sono gli educatori? E la sicurezza? Che gran confusione.

L’apertura ad avviare le strutture per la prima infanzia parte dal Governo per offrire un’opportunità, ma la decisione spetta a Sindaci e Assessori che, non consultando gli addetti ai lavori (almeno in molti casi), decretano decisioni che non tengono minimamente conto dell’aspetto pedagogico ed educativo della “faccenda”.

Ma siamo davvero sicuri che questo “pseudo servizio” aiuti bambini e famiglie a “recuperare” il tempo “perso” in questo periodo di chiusura? Ma è davvero necessario recuperare o sarebbe meglio far tesoro delle esperienze, vivere quello che ci è dato senza correre rischi inutili?

Siamo davvero convinti che i genitori ad oggi non siano già organizzati o che un servizio di poche ore, magari senza pasto, sia risolutivo per un genitore (o due) che lavorano a tempo pieno?

Se poi consideriamo i servizi senza pasto siamo sicuri che non sia più il disagio per un bambino piccolo (0-3), che in questo periodo ha interiorizzato nuovi ritmi, che dovrebbe poi in 15-20 giorni assimilarne di nuovi per poi interromperli nuovamente?

Siamo davvero sicuri che bastano 3-4 giorni di tempo (perché è questo che ci è stato concesso) per riorganizzare tutto in sicurezza?

Insomma… ancora non ho capito niente anzi no, forse qualcosa l’ho capita, ho capito che forse mi potevo risparmiare una Laurea in Pedagogia e tanti anni di esperienza e corsi di formazione se è sufficiente una “gara” (non trovo altri termini per rendere il concetto) tra Sindaci e autorità varie, per vanificare quello che con passione e fatica abbiamo costruito in questi anni.

Ho capito che di fronte alla smania di potere non c’è diritto di bambino che tenga, diritto ad avere servizi di qualità, che tengano conto innanzitutto dei suoi bisogni, il diritto alla salute e ad una socialità autentica che duri nel tempo.

No! In Italia preferiamo l’approssimazione, le cose fatte bene non ci piacciono, preferiamo fare per apparire, non siamo “avvezzi” alla lungimiranza…il “tutto e subito” che contestiamo ai bambini lo viviamo noi per primi.

E’ per tutto questo che sono molto amareggiato, profondamente deluso, come cittadino innanzitutto, come genitore, e come esperto del settore…Per fortuna dovevamo uscire da questa storia tutti migliori…Per adesso non mi sembra.

Speriamo per il futuro."

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