La Fondazione Montanelli di Fucecchio oggi riporta alcuni stralci della discussa storia che ha portato all'imbrattamento della statua del giornalista Indro Montanelli a Milano: quella del suo matrimonio con una giovanissima etiope durante la Guerra d'Abissinia.
Il contributo integrale è tratto da un capitolo del libro "Eppur si muove. Cambiano gli italiani?", che si conclude con una lettera ideale di Montanelli stesso dove racconta la sua esperienza in Africa. Si dirà che la versione di Montanelli è di parte perché raccontata dal discusso giornalista, ma è vero anche che il giornalista originario di Fucecchio non ha mai nascosto la sua vicenda, arrivando a parlarne perfino in televisione.
Lo stralcio riportato ha un tono meno spavaldo rispetto al video qui sopra riportato, forse per l'anzianità (il libro è del 1995), forse per la confessione in toto. Sta comunque ai lettori scegliere da che parte stare. Ecco la storia in sintesi raccontata nel libro:
Eccoti in sintesi la mia storia, la storia di una illusione e di una delusione, che furono un po’ quelle di quasi tutta la mia generazione. La vicenda coniugale della sposa abissina rientra nell’illusione.
Io volevo diventare un abissino, e lo feci adeguandomi ai costumi matrimoniali locali. Cioè comprai (500 talleri) la mia Destà (così si chiamava) dal padre, cui partendo la restituii con un po’ di dote (tutti i miei risparmi) che le consentirono di trovare subito un altro marito nella persona di un mio graduato (bulukbashi) di nome Gheremedin, che al suo primo nato - ma nato due anni dopo il mio rimpatrio - dette il nome mio.
Oggi io ripenso a questo mio passato con nostalgia non delle cose che feci, ma dell’entusiasmo con cui le feci, e comunque senza vergogna. Mi feci complice di un errore, ma lo commisi in buona fede e senza trarne alcun vantaggio. Anche tu, ragazzo mio, commetterai i tuoi bravi errori. Ti auguro di poterci un giorno ripensare come me, senza arrossirne."
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