Nella città Empoli si è riaccesa (fortunatamente) la "Questione Verde Pubblico" partendo questa volta dall'alberatissimo, almeno fino ad oggi, Viale 4 Novembre che ogni empolese non può non conoscere.
Qui, lungo la ferrovia, da decine di anni numerosi e maestosi Tigli offrono, silenziosi e innocenti (come sempre quando parliamo di alberi), il loro gratuito servizio alla città e ai suoi cittadini. Quali servizi? Ne elenco solo alcuni perché non mi basterebbe una vita per descriverli tutti.
Allora: trattengono polveri sottili (che fanno male alla salute), assorbono anidride carbonica (pure lei fa male alla salute e al pianeta), producono ossigeno (un toccasana per la salute e la vita), offrono ombra e quindi la riduzione della temperatura superficiale terrestre (qui non importa sottolineare niente). E ancora: offrono vapore acqueo, che rientra nel ciclo dell'acqua (zone desertiche trasformate in oasi ricche di acqua grazie agli alberi), bellezza (chi se ne ricorda della bellezza nelle città?), profumi e una abitazione e cibo a chissà quanti milioni di animali che, rifugiati ora dietro una foglia ora su un ramo o sotto una radice, offrono anche loro stessi il loro contributo silente all''equilibrio naturale della vita.
Poi arriva l'uomo e la sua ansia: gli alberi sono malati o hanno qualche problema. Vanno tagliati. Tanto verranno ripiantati. Un discorso lineare e utilitaristico, molto tecnico, che però non prende in considerazione le eventuali responsabilità inerenti la qualità delle cure erogate a questi giganti buoni da parte delle amministrazioni locali negli anni.
Questi alberi infatti sono stati a lungo capitozzati e, come si sa, la capitozzatura indebolisce sensibilmente gli alberi predisponendoli alle malattie e quindi anche alla caduta.
La questione , come per gli animali, è quindi sopratutto il valore che diamo alle cose. E come collochiamo questo valore negli infiniti interventi di cura che possiamo offrire quando teniamo a qualcosa. Diciamo che, come per tutti gli esseri viventi, gli alberi vanno amati, curati , coccolati, protetti, rispettati affinché durino a lungo, stiano bene, e siano il meno possibile pericolosi. Per molti gli alberi "sono solo alberi". Legno insensibile. Al massimo un po' d'ombra.
Per altri molto molto di più e io mi colloco orgogliosamente fra quest'ultimi. Questione di sensibilità, di cultura, e di attenzione alle leggi che, sempre di più, mettono al centro l'ambiente. Perché? Semplicemente perché senza un ambiente sano non c'è vita e non c'è benessere. Non c'è nemmeno ricchezza. Chi non prende sul serio la questione ambientale è un pericolo per l'umanità. Sopratutto in questa era dove il riscaldamento globale minaccia l'esistenza umana e di tutto il pianeta Terra.
Vorrei con questo brevissimo articolo provare ad aprire gli orizzonti recuperando un pò di quella sacralità che un tempo era assai diffusa rispetto agli alberi. Perché gli alberi sono stati, letteralmente, il serbatoio gratuito di milioni di sostanze, dalla gomma all'acido acetilsalicilico, dal legno agli isolanti per cavi elettrici. Avete letto bene. Ma sopratutto gli alberi sono ancestralmente inseriti nella nostra psiche, nella nostra spiritualità, fin dalla notte dei tempi. Quando, non ancora uomini, non ancora sapiens, vivevamo sui suoi rami e ci nutrivamo dei loro frutti.
Il Tiglio. Quante ne pensate di sapere? Chi è costui?
Il Tiglio è un albero forte, che può prosperare addirittura per un millennio e raggiungere facilmente i 40 metri di altezza. Le sue foglie sono a forma di cuore. Non a caso i tedeschi amano ricordare il loro primo bacio sotto questi alberi. Nella cultura germanica il Tiglio era associato a Freya, la dea germanica dell'amore, della primavera e della fertilità. Anche nella mitologia greca il tiglio è simbolo di accoglienza e di amore, come quello tra Filemone e Bauci, i due amanti che Zeus consacra all’eternità trasformandoli in quercia e in tiglio, uniti nel tronco.
I fiori gialli, o quasi bianchi, sono comunemente usati per preparare infusi calmanti. Non vi sto a ricordare quanto sia inebriante il loro profumo. Ricordo di essermi rilassato più volte sotto un Tiglio facendomi un viaggio nel suo respiro odoroso. Le api sono innamorate dei fiori di Tiglio! Queste stanno scomparendo in massa e ridurre gli alberi nella nostra città di certo non può che sostenere la loro estinzione assieme ad altre specie di animali. Il miele di Tiglio è aromatico con sentori legnosi di menta e confora. Il nettare di Tiglio contiene uno zucchero, il mannosio, che stordisce le api più golose. Non è raro infatti trovare api e altri insetti confusi sul terreno nei pressi di un tiglio. Non uccideteli. Sono solo ubriachi.
Il Tiglio è cosi "generoso" nella sua dolcezza che ama ospitare afidi che secernono la famigerata "melata", una soluzione zuccherina apprezzata dalle formiche e dall'uomo.
Sempre in Germania il Tiglio veniva usato come punto di incontro per i provvedimenti giudiziari, perché questo era considerato un simbolo di verità. Proust ricorda il Tiglio nella Recherche, dove il narratore inzuppa un biscotto nell'infuso di Tiglio, aprendo la propria mente ad un flusso di ricordi involontari.
Gli alberi non sono solo pezzi di legno. Sono i nostri migliori amici e sono una garanzia di benessere per il futuro per tutti gli abitanti della terra. Molte città si stanno adoperando organizzando massicci rimboschimenti per rispondere al riscaldamento globale. Noi cosa stiamo facendo? Il mio invito è che possiate piantare voi stessi quanti più alberi possibili per le nostre future generazioni. Fatelo con criterio contattando magari un esperto specializzato e appassionato. Fatelo facendo pressing alle amministrazioni comunali più pigre sull'argomento. Fatelo rispettando le varietà locali. Prendetevene cura annaffiandoli e potandoli con rispetto. Sarà il vostro regalo più bello alla Terra.
Alessio Arrighi
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