Il nuoto sincronizzato alla Reggia di Caserta

Il 9 e 10 giugno 1945, uno spettacolo acquatico fu organizzato nel suggestivo e improbabile scenario del Palazzo Reale, grazie all'opera di Katharine Whitney Curtis, pioniera dello sport oggi incluso nel programma olimpico


Dopo essersi giudiziosamente allenata per qualche settimana, il 4 agosto 1912 la quindicenne Katharine Whitney iniziò la traversata del Lago Mendota, nel Wisconsin. Nuotò a rana per più di 5 chilometri e mezzo, nonostante un insistente vento contrario che a metà del percorso aveva fatto desistere i tre uomini che si erano tuffati insieme a lei. Dopo quattro ore e quaranta minuti, toccò la costa di Governor's Island, dove aveva sede l'ospedale psichiatrico della città di Madison: le infermiere l'accolsero con un asciugamano e le domandarono spiritosamente se non avesse intenzione di aggiungersi ai ricoverati.

Mai il lago era stato solcato a bracciate da una donna e la prodezza fu adeguatamente sottolineata dai giornali, i quali paragonarono la coraggiosa signorina Whitney all'australiana Annette Kellermann. Oggi, né l'uno né l'altro nome ci dicono granché, ma la similitudine non poteva essere più azzeccata. Anzi, lo sarebbe stata ancor di più col passare degli anni, fino a che entrambe furono incluse nella Hall of Fame degli sport acquatici come pioniere del nuoto sincronizzato.

Kellermann si era imposta all'attenzione internazionale come una delle prime nuotatrici e tuffatrici della storia. Non era stato l'inusuale atletismo a procurarle una notorietà quasi planetaria, bensì l'abitudine di indossare un costume da bagno intero, senza la blusa, i pantaloni e le calze cui le donne si dovevano allora adattare per entrare in acqua: nel 1907, all'apice della fama, fu arrestata su una spiaggia di Boston per oltraggio al pudore. L'ardimentosa Kellermann varò addirittura una propria linea di costumi, ponendosi alle origini dei moderni bikini e indumenti da bagno, e divenne una stella del nuoto acrobatico (esibendosi in una vasca di vetro in giro per il mondo) e poi persino una diva del cinema, una delle prime ad apparire nuda sullo schermo.

Kellermann in "La figlia degli Dei", film muto del 1916

Whitney era altrettanto moderna per i suoi tempi e all'università eccelleva nell'atletica, nel basket, nell'hockey e nel pattinaggio. Ma in nessun posto come in acqua si sentiva a suo agio. Nel 1917, con il diploma ormai a portata di mano, lasciò il college per un contratto estivo di insegnante di nuoto all'Università di Chicago, cui seguì un incarico annuale come insegnante di educazione fisica nelle scuole elementari e superiori di Tulsa, in Oklahoma, e un successivo peregrinare per il paese inseguendo lavori di istruttrice di nuoto e professoressa di ginnastica. Infine, nel 1927, fu assunta a Chicago come docente di educazione fisica per vari ordini di scuole. Whitney continuò comunque a insegnare nuoto, in un periodo nel quale questo sport stava diventando popolarissimo per una serie di fattori: la proliferazione delle piscine municipali, molte edificate in seguito agli ambiziosi progetti di lavori pubblici varati dal New Deal rooseveltiano; l'incremento del tempo libero; i cambiamenti nell'abbigliamento sportivo femminile; l'accresciuta attenzione dei media per le discipline natatorie; la spinta dei medici a praticare l'attività atletica.

Al pari di altri colleghi, Whitney cominciò a sperimentare coreografie acquatiche, mirando all'aggraziata coordinazione dei movimenti più che alla velocità degli spostamenti. La pratica ebbe successo e con una varietà di nomi (nuoto acrobatico, nuoto ritmico, nuoto scientifico, balletto acquatico) si affermò in tutti gli Stati Uniti, fino a che Whitney prese ad accompagnare le sedute di allenamento con la musica. In breve, si rese conto che il sottofondo sonoro induceva la spontanea sincronizzazione delle movenze con il ritmo musicale e delle nuotatrici fra di loro. Nel 1934, in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago, Whitney rubò la scena con lo show "Modern Mermaids", in cui 24 ragazze si esibirono in figurazioni di nuoto coordinato: 30.000 persone assistettero alle tre rappresentazioni e fu l'annunciatore radiofonico Norman Ross a usare per il primo il termine "nuoto sincornizzato". Il nome piacque e, benché convivesse a lungo con le vecchie denominazioni, si impose alla fine come appellativo appropriato per la nuova disciplina sportiva, di cui sempre Whitney redasse le regole di gara, organizzando sul finire degli anni '30 le prime competizioni.

Abili impresari intravidero nella vicenda una ghiotta opportunità di guadagno e imponenti spettacoli acquatici (o, aquacade, come sono chiamati in inglese) furono allestiti nelle principali città americane, per i quali fu scritturata la leggenda olimpica Johnny Weissmuller, già diventato il Tarzan del cinema. Nel 1940, fu ingaggiata la campionessa Esther Williams, che in breve divenne una stella dell'industria cinematografica hollywodiana, che per capitalizzarne la popolarità inventò i celebri aquamusical.

Intanto, era scoppiata la Seconda guerra mondiale e Katharine Whitney si pose di fronte al conflitto con lo stesso atteggiamento che aveva informato tutta la sua esistenza. Libera dai potenti condizionamenti che impedivano la piena espressione delle doti e delle qualità femminili, decisa a perseguire l'indipendenza economica alle proprie condizioni in un'epoca in cui un proponimento del genere era poco meno che sovversivo, Whitney (da poco divorziata da George W. Curtis, di cui pure conservò sempre il cognome) volle contribuire allo sforzo bellico. Grazie ad alcune entrature presso la Croce Rossa americana, si guadagnò un posto come assistente e poi responsabile delle attività ricreative per le truppe. Come tale, fu distaccata prima in Nord Africa e poi, dopo lo sbarco in Sicilia, assegnata alle basi alleate di Capri e Caserta. Non solo fornì a migliaia di soldati i necessari momenti di recupero psico-fisico e gli agognati diversivi psicologici, ma - e per questo se ne parla qui - mise in piedi il primo spettacolo acquatico mai rappresentato in Europa, addirittura nella Reggia di Caserta.

Katharine Whitney Curtis alla guida di un mezzo della Croce Rossa nel 1943, in Sicilia

Pochi giorni dopo la resa tedesca, Whitney fu incaricata dall'Allied Forces Headquarters Command di organizzare un aquacade per festeggiare la fine delle ostilità nel Vecchio Continente. Sul giornale Stars and Stripes, comparve un annuncio che invitava i potenziali Johnny Weissmuller ed Esther Williams presenti fra le truppe a farsi avanti per partecipare all'evento. In principio, furono in maggioranza gli inglesi a rispondere alla chiamata, ma a seguito di un secondo appello si unirono in forze gli apparentemente meno intraprendenti americani. All'inizio previsto per il 2 e 3 giugno, lo spettacolo fu posticipato perché il cattivo tempo impedì le prove e perché l'entusiasmo indusse i protagonisti a inscenare coreografie assai più ardite e complicate di quelle originariamente pensate. Infine, il 9 e il 10 giugno 1945, nelle piscine e nelle fontane della Reggia, 250 nuotatori e nuotatrici, accompagnati da un'orchestra di 65 elementi, si esibirono in un lungo spettacolo che mandò in visibilio gli 8.000 presenti, fra i quali figuravano anche il generale Harold Alexander, comandante supremo delle forze alleate nel Mediterraneo, e il generale Joseph McNarney, rappresentante statunitense nel Comando alleato nel Mediterraneo.

Uno foto della spettacolo alla Reggia di Caserta

Katharine Whitney Curtis fu abbondantemente congratulata per il successo. Restò in Europa anche nel dopoguerra e quando tornò negli Stati Uniti continuò a viaggiare in lungo e in largo come pioniera e ambasciatrice del nuoto sincronizzato. Nel 1979, solo un anno prima di morire per la recidiva di un cancro che aveva combattuto già dagli anni '60, volò a Fort Lauderdale, Florida, per presenziare al suo inserimento nella International Swimming Hall of Fame.

Ai Giochi di Los Angeles del 1984, il nuoto sincronizzato fu finalmente inserito nel programma olimpico.

Paolo Bruschi