Oggi è la Giornata Mondiale dell'Ambiente e fino a quando verrà celebrata ci ricorderà che il pianeta Terra continua a subire le catastrofi prodotte dagli umani, una terra fatta di piccole patrie, di confini artificiali, di culture in conflitto, che scuotono un pianeta a tutti i livelli, dal piccolo comune alla megalopoli dove la natura è quanto meno "maltrattata".
Dalla città alla campagna le "ferite" inflitte all'ambiente sono difficilmente sanabili e la biodiversità da oltre un secolo è costantemente minacciata. Ricchi e poveri con motivazioni diverse e spesso contrapposte sembrano non avvedersi di danni irreparabili che mettono a rischio già da oggi il futuro degli esseri umani.
Convivere con la paura contagiosa del Coronavirus, ci dovrebbe indirizzare verso la consapevolezza di una nuova etica per superare la fragilità del nostro modello di vita.
L'ecologia, integrale o meno, che trova sostegno nella letteratura e nella ricerca scientifica, incontra anche nell'Enciclica "Laudato si" un ulteriore impegno per una rinnovata unità di intenti a salvaguardia del creato, contrastare e superare crisi climatiche, economiche e pandemiche diviene non solo un obbligo morale ma anche politico.
L'ambientalismo è il primo ad essere chiamato in causa perchè il più consapevole dei danni subiti e dei rischi a cui andiamo incontro, ma sono le istituzioni come i cittadini e la politica a doversi mobilitare per cambiare; è dagli anni 60 del secolo passato che siamo a conoscenza dei limiti di questo modello di sviluppo, non c'è più tempo, promuovere il cambiamento è indispensabile per tutti.
Damiano Ghiozzi e Roberto Francalanci (Verdi-Europa Verde)
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