Università via da Empoli, i prof: "Decisione controproducente per studenti e territorio"

Il Covid ha fatto delle vittime eccellenti sul territorio dell’Empolese-Valdelsa. Dopo venti anni di attività e di relazione istituzionale fra l’Università e le istituzioni del territorio, l’Unione dei comuni non rinnova la convenzione che consentiva a quattro corsi di laurea (Pianificazione, Chimica e Ottica e Optometria) di accogliere circa cinquecento studenti fra Empoli e Vinci. La rimodulazione importante della convenzione avrebbe impegnato adesso gli undici comuni (fra cui quello più grande di Empoli) per 90,000 euro.
La decisione improvvisa avvenuta a metà dell’anno accademico ha gettato nello sconcerto tutta la comunità universitaria - di studenti (con le loro famiglie), docenti e personale tecnico amministrativo - che è rimasta attonita per aver appreso la notizia unicamente dagli organi di stampa dopo più di un mese dalla delibera dell’unione e dopo aver già trovato formalmente l’accordo per il rinnovo fra le parti.

Dopo anni di lavoro collaborativo con le istituzioni - che ha consentito fra l’altro al comune di Empoli di accedere a più di quattro milioni di euro per la riqualificazione del centro storico con il progetto Hope (fra cui il palazzo San Giuseppe che ospitava i corsi di laurea) – immaginavamo di poter contare su una comunicazione lineare e diretta.
In allegato la lettera sottoscritta all’unanimità da tutti i docenti, il personale tecnico amministrativo e i rappresentati degli studenti dei corsi di laurea in Pianificazione della Scuola di Architettura di Firenze inviata al Presidente dell’Unione dei Comuni, ai Sindaci, agli Assessori e ai Consiglieri comunali dei comuni afferenti all’unione nella quale esprimono il loro disappunto per come si sono svolti e fatti, rimarcando che ritengono la “decisione improvvisa, comunicata nel corso dell’anno accademico, non solo portatrice di gravi problemi per studenti e docenti, ma anche controproducente per lo stesso territorio che li ospita”.


Abbiamo appreso con sincero rammarico e con apprensione la notizia che l’Unione dei comuni - formata da undici comuni, la cui sede è a Empoli, la città più grande – in questa fase difficile di emergenza sanitaria non è in grado di sostenere il costo della convenzione con l’Università di Firenze, che avrebbe mantenuto a Empoli i corsi di laurea triennale e magistrale in Pianificazione assieme a quello triennale di Chimica e a Vinci quello triennale in Ottica e Optometria.

Siamo coscienti della condizione di fragilità economica nella quale si trovano le vostre amministrazioni che, nonostante gli ingenti aiuti economici che saranno erogati a breve dal governo, sono impossibilitate a impegnare 90.000 euro in un anno. Questa rimodulazione importante della convenzione già concordata fra le parti avrebbe richiesto certamente l’intervento economico dell’università per sostenere la presenza dei corsi decentrati, ma avrebbe fornito al tempo stesso la possibilità di costruire partenariati con enti pubblici e aziende private per rafforzare l’impegno di ricerca-azione nel territorio che contraddistingue il nostro lavoro.

Un anno di tempo avrebbe concesso comunque, se ciò non fosse andato a buon fine, di programmare con la necessaria tranquillità e serenità un rientro dei corsi nelle sedi fiorentine dell’Ateneo, pianificando opportunamente la ricerca delle aule e dei laboratori nelle varie sedi, assieme alla riallocazione delle infrastrutture informatiche e alla predisposizione degli spazi di studio.

Questa dilazione avrebbe permesso inoltre alle famiglie di circa cinquecento studenti di riprogrammare l’impegno economico per il sostegno allo studio dei propri figli senza gettarli nel panico, così come avrebbe dato il modo ai lavoratori addetti alla guardiania, agli operatori delle pulizie, ai tecnici impegnati nel sostegno alla didattica di riorganizzare il proprio (difficile) futuro lavorativo.

Sebbene i nostri corsi insistano sul territorio dell’Empolese Valdelsa da circa venti anni e abbiano sempre intrattenuto un rapporto di leale e aperto confronto con le Vostre istituzioni, abbiamo appreso del mancato rinnovo della convenzione unicamente dalla convocazione del Rettore e dalle notizie apparse sui giornali. Oltre al nostro disappunto per un atto di grave scortesia istituzionale, tale azione, com’era facilmente immaginabile, ha portato notevole angoscia agli studenti e alle loro famiglie.

Inoltre la delibera del mancato rinnovo, presa all’unanimità dal Vostro ente, reca la data del 24 marzo. Sebbene immediatamente eseguibile la delibera non è stata inviata che all’inizio di maggio al Rettore dell’Università di Firenze - il quale aveva già concertato con Voi i nuovi impegni e concordato poi con noi il rinnovo della convenzione in una riunione del 17 di aprile. Più di un mese di ritardo nella comunicazione - in una fase in cui il distanziamento sociale e la limitazione forzata delle attività rende i provvedimenti di riallocazione dei corsi di laurea molto,
ma molto più difficili e onerosi – è davvero un tempo enorme se commisurato poi con gli adempimenti amministrativi universitari da farsi entro la fine di maggio.

Non crediamo sia il caso di entrare nel merito delle strategie che hanno portato venti anni fa a costruire le condizioni per il rafforzamento del prestigio culturale scientifico di un territorio come il Vostro, che è stato sede di importanti convegni e di iniziative di carattere nazionale e internazionale. Ricordiamo fra i primi (negli anni 2000) gli impegni e le convenzioni con il Circondario, che hanno visto la partecipazione degli studenti nei laboratori didattici; i convegni pubblici con la Regione Toscana per il Piano di sviluppo del Circondario e le successive conferenze d’area con la popolazione; l’elaborazione del SIT del Circondario con i due Atlanti del patrimonio socioeconomico e territoriale; il progetto del Parco fluviale dell’Empolese Valdelsa (media valle dell’Arno) incentrato sulla riqualificazione delle relazioni fruitive, produttive e paesaggistiche fra fiume e territorio.

Fra gli impegni più recenti: la due giorni alla villa della Magia di Quarrata sulle opportunità del Biodistretto del Montalbano definita dal sindaco di Vinci come ”Gli stati generali del
Montalbano” da ripetersi ogni anno. Si è trattato di un’iniziativa che ha coinvolto la popolazione locale in dibattiti intensi con esperti di varie materie in quel “tavolo a tre gambe”, secondo la definizione data da alcuni sindaci, formato dalle istituzioni, dall’università e dalla cittadinanza attiva.

Le tante attività portate avanti in tre anni di protocollo d’intesa hanno consentito di costruire insieme alle amministrazioni un Manifesto sul futuro del Montalbano, che poteva essere il vero motore del territorio nella ripartenza dopo l’emergenza sanitaria.

Ricordiamo anche il convegno sullo Sguardo territorialista di Leonardo, che ci siamo impegnati a svolgere nella sala del Cenacolo a Empoli (sebbene il Rettore ci avesse accordato l’aula Magna dell’Università in piazza San Marco a Firenze) e che ha attratto studiosi da tutta Italia e dall’estero. E ancora il lavoro degli studenti alla base della proposta di rigenerazione urbana del centro di Empoli, su cui è stato costruito, con il supporto di borsisti DIDA impiegati al fianco degli uffici del Comune di Empoli, il progetto HOPE, risultato vincitore al bando PIU della Regione Toscana: progetto che ha permesso all'amministrazione di usufruire di un finanziamento europeo di oltre quattro milioni di euro seguito ancora adesso da un nostro ricercatore stabilizzato nell’amministrazione.

Recente anche l’impegno svolto per conto del Comune di Cerreto Guidi, con gli studi sviluppati nell’ambito del Laboratorio Piani e Progetti per la città e il territorio, a supporto dell’elaborazione del Piano Operativo e della rigenerazione dell’area di Piazza Nenni.

Non ultimo il Contratto di fiume della Pesa che ci ha visto protagonisti col comune capofila di Montelupo nella definizione delle azioni e dei progetti, che avrebbero potuto trovare applicazione in una ricerca sui servizi ecosistemici collegati al modello idrico integrato e al Parco fluviale che partiranno fra breve.

Infine va richiamato il ruolo che i corsi di laurea in Pianificazione hanno assunto nelle relazioni internazionali, divenendo un polo di eccellenza nella ricerca e negli scambi scientifici e didattici, in particolare a livello europeo, confermando il fatto che il rango di una città e di un territorio non dipende più dal numero di abitanti, ma dalla presenza qualificata di servizi rari come quello dell’Università.

Noi siamo un’Università, che come dice il nome è universale come approccio, come metodologia e come applicazione scientifica. Questa universalità presuppone però per noi il fondamentale rapporto con i luoghi nei quali l’Università si pone, dovunque essi siano, perché rappresentano un primo momento di verifica e sperimentazione, in contatto diretto con le popolazioni che in essi vivono. E siamo ben intenzionati a proseguire il nostro lavoro in questa direzione, soprattutto in una fase come questa che richiede di ripensare in maniera profonda la struttura delle città e dei territori attraverso il concorso di più discipline in un approccio ecologico integrato, solidale e partecipato come quello che caratterizza da anni i nostri corsi di
laurea.

Per tutti questi motivi riteniamo pertanto la vostra decisione improvvisa, comunicata nel corso dell’anno accademico, non solo portatrice di gravi problemi per studenti e docenti, ma anche controproducente per lo stesso territorio che li ospita. Un cordiale saluto con l’augurio di una pronta uscita dalla fase dell’emergenza sanitaria.

Daniela Poli, Presidente Cds magistrale in Pianificazione e Progettazione della Città e del Territorio
Claudio Saragosa, Presidente Cds triennale in Pianificazione della Città, del Territorio e del Paesaggio
Tutti i docenti, il personale tecnico-amministrativo e i rappresentanti degli studenti dei Corsi di studio triennale in Pianificazione della Città del Territorio e del Paesaggio e magistrale in Pianificazione e Progettazione della Città e del Territorio 

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