In questi giorni si è insediato il nuovo cda della Banca MPS. Per prima cosa ci preme salutare il management nominato, augurandogli un buon lavoro per le difficoltà da affrontare, in presenza tra l’altro, di una emergenza socio economica imprevista ed imprevedibile e di difficile governabilità. Il Sindacato è chiamato responsabilmente a fornire il proprio apporto, con un impegno costante e propositivo atto a sostenere, ci auguriamo, una ripresa aziendale, forte di una tradizione sociale e partecipativa che dovrà essere rilanciata e non mortificata da decisioni affrettate, talvolta semplicistiche e unilaterali, che negli ultimi tempi, purtroppo, hanno contraddistinto questa delicata fase.
E’ per questo che rivolgiamo un appello al nuovo Amministratore Delegato perché inverta questa rotta, dedicando la giusta attenzione al mondo del lavoro montepaschino indistintamente, senza acuire divisioni né territoriali né di struttura di appartenenza.
Appello che, se adeguatamente interpretato, dovrebbe tradursi in un confronto in tempi brevi con le parti sociali rappresentative dell’azienda al fine di ripristinare un adeguato e proficuo clima nel rispetto dei ruoli.
Aggiungiamo inoltre, riferendoci al nuovo CdA, nonché all’azionista di maggioranza (Governo), che la storia di questa nostra Banca, insieme alla sua vocazione retail, non può essere cancellata semplicemente con un colpo di spugna, addossando responsabilità più o meno variegate e mai chiarite: dovranno essere invece individuate con convinzione le giuste leve di risanamento e di rilancio economico/finanziario e non ultimo di immagine. Un’immagine distorta e penalizzante che il Monte dei Paschi non merita vista oltretutto l’abnegazione dei suoi dipendenti che mai hanno abbandonato il loro forte senso di appartenenza. Ecco, proprio i dipendenti e con essi i senesi, si aspettano dal Governo segnali concreti di sostegno, di attenzione e non di abbandono.
Ancora: le strategia precedentemente individuate con l’Europa, il “vecchio” piano di ristrutturazione aziendale, rischiano ora di non essere più attuali ma da rivedere nella loro sostanza strategica e politica; ci riferiamo alla permanenza dello Stato nella compagine azionaria ovvero alla realizzazione di una banca pubblica come da più parti viene invocato, non dimenticando mai, la forte territorialità del Monte dei Paschi e accompagnando tale concetto alla necessità che lo stesso resti fulcro regionale/nazionale del credito in Italia.
Una banca insomma, da rilanciare, se adeguatamente aiutata, e gestita al proprio interno da un management illuminato responsabile e profondamente attento al destino della stessa, dei colleghi e della città, che incarni effettivamente quello spirito di appartenenza sopra richiamato. In sintesi un’eccellenza italiana dal 1472 come l’abbiamo conosciuta e apprezzata al di fuori anche dei confini italiani che sia in grado anche oggi di sostenere in maniera efficace e corretta imprese e famiglie specialmente in un momento dove “Banca” dovrebbe significare spina dorsale per la vita di un paese moderno e all’altezza di una sana competitività economica in un mondo ormai globalizzato.
Fonte: Cisl Siena - Ufficio Stampa
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