“Tempi eccezionali richiedono interventi eccezionali”, “uniti ce la faremo”: come un mantra queste frasi vengono ripetute quotidianamente da quando è scoppiata l’emergenza Covid 19. Un evento drammaticamente eccezionale, che ha colto il mondo intero impreparato a fronteggiarlo, che ha stravolto le nostre abitudini di vita, obbligandoci ad accettare anche una pesante restrizione delle nostre libertà fondamentali per salvaguardare noi stessi e gli altri dal rischio di contagio, impedendoci di poter essere vicini ai nostri cari nel momento del bisogno e non lasciando neanche la consolazione di poter porgere l’estremo saluto a un proprio congiunto o a un caro amico.
Di fronte a questa emergenza abbiamo accettato di collaborare, come cittadini, affinchè tutto andasse bene e i nostri compaesani hanno dimostrato grande senso di responsabilità e di comunità, attenendosi alle prescrizioni (spesso di non semplice comprensione) e alle restrizioni imposte. Come consiglieri comunali, avendo avvertito l’esigenza e il dovere morale di fare fronte comune contro questo nemico invisibile, abbiamo manifestato fin da subito la nostra più ampia disponibilità a collaborare attivamente e abbiamo “limitato” anche la nostra attività di opposizione, ritenendo più opportuno che in questo momento amministratori e uffici comunali rimanessero concentrati sulla gestione dell’emergenza in corso. Tale scelta di responsabilità, però, non significa aver abdicato al nostro ruolo istituzionale e aver rinunciato ai diritti e ai doveri che questo ci impone, tanto meno significa aver rinunciato alla funzione di controllo che è proprio delle opposizioni. Ma, soprattutto, non significa essersi dimenticati di tutti quei problemi che, nonostante il virus, continuano ad affliggere il nostro comune e i nostri cittadini e di non comprendere quale pesante eredità ci lascerà questa emergenza.
Evidentemente, purtroppo, la nostra visione di come affrontare dal punto di vista politico questa situazione non è stata compresa dalla maggioranza, la quale deve aver evidentemente interpretato questo nostro sforzo non come un segnale di responsabilità, ma come un atto di debolezza o, peggio ancora, di disinteresse. Guai, poi, se di questo nostro atteggiamento si fosse voluto approfittare per gestire in completa autonomia una situazione che, proprio per la sua eccezionalità, richiederebbe invece la collaborazione e l’apporto di tutte le forze politiche in campo.
Se come semplici cittadini abbiamo potuto dare il nostro contributo fattivo, purtroppo altrettanto non lo si può dire come consiglieri comunali. Malgrado la nostra disponibilità, in questi mesi il coinvolgimento delle opposizioni è stato solo formale, essendo state queste destinatarie solo dei resoconti delle attività di Giunta e di sporadiche informative che ci giungevano ormai a cose fatte. Mai si è riconosciuta in capo alle opposizioni la possibilità di poter contribuire con proprie proposte. Mai che la Conferenza dei Capigruppo sia stata convocata per addivenire ad un loro coinvolgimento attivo e fattivo, consentendoci di mettere proposte sul tavolo da poter discutere insieme per far fronte non solo all’emergenza sanitaria ma anche a quella economica.
Eppure, dal punto di vista economico qualcosa in più rispetto alla semplice posticipazione delle scadenze del pagamento dei tributi e alla mera distribuzione dei fondi regionali e statali si poteva fare: ad esempio, istituire un fondo di solidarietà (alimentato con l’eventuale avanzo di amministrazione e con i risparmi di spesa derivanti da quei servizi non erogati e dalle manifestazioni annullate a causa del Covid 19) da destinare al sostegno di tutte quelle attività commerciali, artigianali, industriali ecc. che sono rimaste più colpite da questa emergenza e che consenta l’azzeramento dei tributi locali per il periodo di chiusura forzata (o, quanto meno, una loro significativa riduzione), oltre a una loro riduzione percentuale fino alla fine del 2020 per ridare slancio a queste attività. E, ancora, prevedere misure di sostegno per il pagamento dei canoni di locazione (attraverso un contributo una tantum alle imprese o attraverso la riduzione della quota comunale IMU per il proprietario dell’immobile a fronte di una riduzione del canone di locazione). Così come si potrebbe consentire a determinate attività (si pensi ai centri estetici e ai parrucchieri) di prolungare l’orario di apertura al pubblico o ricorrere ad aperture straordinarie, in maniera tale da potergli consentire di far fronte in qualche modo all’inevitabile calo di attività conseguente alla necessità di osservare le stringenti norme anticontagio che accompagneranno la loro riapertura
Insomma, di idee e proposte da mettere sul tavolo ce ne sarebbero in quantità, basterebbe che ci fosse la volontà di coinvolgere chi si è abituati a considerare sempre e comunque come un nemico, anche quando combatte dalla nostra stessa parte del fronte. Almeno per questo periodo, riponiamo le bandiere da fissare su questo o quel risultato, dimostriamo di aver compreso l’eccezionale portata di questo particolare momento e cerchiamo di essere collaborativi non solo a parole. Noi un passo verso il tavolo di confronto lo abbiamo fatto, adesso tocca alla maggioranza, che deve scegliere se intraprendere la strada della collaborazione o continuare imperterrita in solitaria, rischiando però di arrivare ad issare la propria bandiera su un mucchio di macerie.
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