Dopo svariati anni l'Empolese Valdelsa 'perde' i suoi corsi universitari. La decisione, comunicata ieri tramite una nota dell'Unione dei Comuni, sembra non concedere passi indietro. Per i corsi ogni anno, secondo quanto stabilito in convenzione, l'Ente versava all'Università di Firenze 263mila euro, oltre a coprire le spese di gestione e manutenzione delle strutture.
Purtroppo l'emergenza Covid-19, che a livello economico si è trasformato in un duro colpo ai bilanci dei Comuni, ha messo l'ente nell'incapacità di sostenere quel costo. Il corso di laurea in 'Pianificazione della città, del territorio e del Paesaggio', il corso Magistrale in Pianificazione e progettazione della città e del territorio, il corso di laurea in Ottica e optometria e il III anno del corso di laurea in Chimica - Curriculum Tecnologie Chimiche,'traslocheranno' quindi in altra sede.
Era già in corso una rimodulazione della convenzione tra Unione dei Comuni e Università di Firenze, e riguardava soprattutto l'abbattimento dei costi di gestione: l'Unione già a fine 2019 aveva infatti comunicato all'Università di poter sostenere il costo massimo di 90mila euro. Dopo una lunga discussione nel merito l'Università, circa un mese fa, si era impegnata a mantenere tutti i corsi eccetto il terzo anno di chimica.
"A fine anno - spiega il rettore dell'Università di Firenze Luigi Dei - l'Unione ci aveva comunicato l'impossibilità di erogare la cifra per intero, mettendo come condizione al continuo della didattico quello dei 90mila euro di spesa. L'Università aveva compreso ed eravamo rimasti d'accordo su una rimodulazione dei nostri corsi per venire incontro alle esigenze delle amministrazioni. Venti giorni fa avevo proposto il mantenimento dei corsi per un ulteriore anno attraverso un cofinanziamento dell'Università, con la condizione di valutare la sostenibilità del progetto concluso l'anno. Solo il corso di Chimica, il terzo anno di un particolare curriculum, sarebbe stato trasferito a Firenze. Nel mezzo però c'è stata l'emergenza Coronavirus che ha messo a dura prova i bilanci dei Comuni, siamo stati contattati e ci hanno comunicato la decisione. Noi eravamo pronti a tentare di andare avanti con un sacrificio notevole, ma l'emergenza Covid-19 non lo ha permesso. Comprendiamo la situazione, comprendiamo l'esigenza in questo momento di garantire i servizi sociali".
L'ateneo ha convocato una riunione interna con il quale si cercherà di 'riposizionare' la didattica che al momento coinvolge circa 500 studenti. L'offerta formativa rimarrà ovviamente attiva, ma la possibilità di un mantenimento della didattica a Empoli è praticamente nulla: "Purtroppo non abbiamo sedi in quell'area, le lezioni quindi saranno sicuramente spostate a Firenze", così spiega il rettore Dei.
Come abbiamo detto il trasferimento del corso di chimica era già previsto, mentre per i corsi di urbanistica saranno trovati spazi adeguati, resta però il problema del corso di ottica. Questo infatti si appoggiava sui laboratori IRSOO di Vinci, dotati di attrezzature e strumentazione che l'Università non è in grado di garantire a Firenze. La soluzione, in questo caso, potrebbe essere una divisione della didattica, con le lezioni teoriche in sede a Firenze e l'attività di laboratorio a Vinci.
Quali sono le prospettive future? Escludendo il ritorno allo stato attuale, rimane forte l'esigenza di rimodulare la didattica in funzione delle esigenze del territorio. Da tempo si discute della possibilità di trasferire a Empoli corsi con caratteristiche più affini al tessuto industriale del territorio, in particolare tecnologie informatiche (nel polo di via Piovola da anni si sono mossi passi in questo senso, NdR). Una proposta, accolta positivamente dai sindaci, sarebbe quella di creare corsi specifici per creare un vaso comunicante tra aziende e formazione universitaria.
Nello specifico la proposta arrivò già mesi fa dal rettore Dei: "Quando ci mettemmo al tavolo per ridiscutere la convenzione proposi di prendere in considerazione la possibilità di creare corsi ad hoc che trovino maggiore corrispondenza con il tessuto economico locale. Certo fa piacere avere studenti sul territorio, ma le aziende cercano qualcosa di concreto.
Date le difficoltà di mantenere economicamente i corsi, proposi in un'ottica futura di pensare a corsi di aggiornamento professionale o corsi di perfezionamento creati sulla base delle esigenze delle aziende, formulando un'offerta formativa mirata e circoscritta in base alle esigenze del territorio che ci sarebbero state fornite dall'Unione.
In questo modo avremmo creato un doppio beneficio: le aziende avrebbero trovato un aiuto nello sviluppo tecnologico, gli studenti avrebbero potuto trovare un dialogo diretto con le aziende. I corsi potrebbero essere svolti da giovani neolaureati e potrebbero svolgersi proprio nelle aziende interessate, magari finanziate proprio da queste.
L'Italia è indietro su questo punto, si interrompe più facilmente il rapporto con le strutture formative, mentre all'estero si promuove la formazione continua degli adulti. Mi auguro che dopo questo anno burrascoso si possa tornare a progettare qualcosa. Potrebbe essere una sfida per il futuro che non costa niente ai Comuni e porterebbe valore aggiunto al territorio".
Giovanni Mennillo ed Elia Billero
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