Al centro della nostra azione sociale e cooperativa, come Shalom, abbiamo sempre avuto il lavoro. Il nostro slogan è sempre stato: beneficienza NO, auto sostentamento SI! Naturalmente l’auto sostentamento può essere garantito dal lavoro. Shalom è noto proprio per questo motivo, per le sue attività di promozione del lavoro soprattutto nel campo della cooperazione internazionale. Nell’interno di Shalom, non tanto in Italia dove il volontariato è naturalmente maggioritario rispetto ai pochi dipendenti che garantiscono il funzionamento della struttura organizzativa, ma penso soprattutto nel mondo, in particolare in Africa, il lavoro e la sua promozione è sempre stata al centro delle nostre attenzioni. Prima con le cooperative agricole dei fagiolini, poi con i panifici sociali e le altre attività lavorative e artigianali, ma anche alle scuole dalle materne fino alle università, sono state e sono tuttora progetti dove hanno trovato lavoro e dignità centinaia di persone. Quando si contribuisce a questi progetti solidali si contribuisce anche a dare opportunità di lavoro e di sussistenza. Questo è e sarà sempre un pilastro fondamentale della strategia di Shalom.
Oggi però le prospettive stanno cambiando e credo che anche questa pandemia sarà un fattore accelerante di una nuova visone che voglio illustrarvi. Il diritto al lavoro, sancito anche dalla nostra costituzione, ha visto negli ultimi tempi un’acuta e rapida regressione. Purtroppo più che garantire il diritto al lavoro è stato garantito il diritto, assunto da un’economia selvaggia e marcatamente capitalistica, di concentrare nelle mani di pochi, anzi pochissimi, la ricchezza che dovrebbe essere di tutti.
Credo dunque che oggi ci siano in atto tali mutamenti che dovrebbero farci riflettere: penso alla tecnologia come abbia rapidamente cambiato le nostre vite. Mai come in questo difficile tempo del coronavirus lo abbiamo compreso. Strumenti che assolvono molti compiti prima destinati al lavoro umano. Pensate alla robotica: una macchina può sostituire il lavoro di mille persone. Per non pensare poi a cosa potrà regalarci tutto il settore e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Ecco perché proprio in questo tempo così complicato che sono convinto velocizzerà ancora di più questi processi, voglio lanciare un profondo ripensamento della società, dove nel giro di pochissimi anni avremo certissimamente meno lavoro, spero accompagnato con salari di sussistenza dignitosi, più tempo libero per i cittadini da dedicare ai grandi valori, al volontariato, all’attenzione al sociale e all’ambiente.
Ecco perché voglio condividere questo pensiero: ripensiamo a livello globale una nuova filosofia del lavoro. Meno lavoro, meno concentrazione dei capitali, spalmare il lavoro per tutti, garantire a tutti gli esseri umani un salario dignitoso per vivere e far sì che il tempo libero sia tempo da investire nella cultura della solidarietà, della salute per tutti, nel contenimento dei drammi e delle sofferenze umane, nella difesa e salvaguardia dell’ambiente. Mobiliterei quindi nel sociale e nel culturale l’impegno di tutti i cittadini del mondo.
Può apparire folle, ma credo che a breve dovremo passare per questi concetti, altrimenti ci AUTODISTRUGGEREMO. Se continuiamo solo a preoccuparci e a salvaguardare gli interessi di pochi, a investire nelle armi, abbiamo le ore contate. Presto o tardi le masse sterminate dei poveri, che saranno sempre di più, ci travolgeranno.
L’unica via è: lavorare meno ma lavorare tutti, meno concentrazione della ricchezza, per garantire a tutto il genere umano LAVORO E PACE.
Don Andrea Pio Cristiani, fondatore Movimento Shalom
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