Residente a Certaldo scrive a Rossi: "Serve chiarezza sulle visite ai propri 'affetti'"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un residente di Certaldo, Massimo Mezzenzana, diretta al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e al sindaco Comune di Certaldo riguardante il tema della visita ai 'congiunti' della 'fase 2' dell'emergenza Covid-19:

sono Massimo Mezzenzana, risiedo ormai da molto tempo a Certaldo, mi ritengo quindi toscano d'adozione ed é per questo che mi rivolgo a chi, seppur con i limiti di ruolo, governa la mia città e la mia regione.

In questi tempi difficili in cui l'emergenza covid19 ci costringe a scelte dolorose e ad una privazione della "libertà individuale”, abbiamo accolto con sollievo la minima apertura prevista per il 4 Maggio. Mi spiace dover sottolineare come, in questa nuova fase, ci siano norme che decretano e “giustificano: gli spostamenti definiti "affettivi"

Solo l'idea che qualcuno determini e certifichi il mio o nostro spazio sentimentale mi sembra di per sé ignominioso ma, ammesso che queste disposizioni siano una misura necessaria, la domanda che Vi rivolgo è la seguente: solo affetti legalmente riconosciuti hanno diritto di ricongiunzione?

Dico questo perché, avendo la madre inferma, ho affidato le sue cure ad una badante con la quale noi familiari abbiamo sviluppato un rapporto umano ricco di cure ed affetto.

Questa donna, che non mi stancherò mai di ringraziare per come svolge il suo lavoro, non esce di casa da due mesi perché, per via dell’emergenza sanitaria, non possiamo offrirle la consueta turnazione di riposo.

Mi chiedo allora se questa persona che trova uno spazio emotivo ed affettivo nella compagnia di altre sue connazionali che come lei svolgono un ruolo fondamentale all'interno del nostro tessuto sociale, ha diritto ad uscire e ritrovarsi con la sua amica del cuore? E se incontrasse un rappresentante delle forze dell’ordine, cosa potrebbe dire o esibire per non incorrere in pene pecuniarie? Deve contare solo sul buon senso o buon cuore di chi la ferma per un controllo?

La stessa cosa riguarda persone che per disparati motivi non hanno compagno/a, o legami parentali ma che forse hanno amici non "affettivamente certificati" ma indispensabili per porre fine ad una solitudine così devastante…O a uomini o donne che hanno relazioni non eteronormative che non rientrano in nessun parametro “legale”?

Cosa dovrebbero dichiarare nell'eventualità di un controllo? Sarebbero giustificati?

Da voi che avete competenze, capacità e poteri decisionali inerenti al vostro ruolo politico istituzionale attendo risposte, non filosofiche o di umana comprensione, bensì attuative e che rispondano concretamente ai bisogni affettivi che non sono racchiudibili in un decreto né in una ottusa burocrazia.

Distinti saluti

Massimo Mezzenzana

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