Il Partito Comunista Italiano aderisce all'iniziativa #bellaciaoinognicasa, promossa dall'ANPI per sabato 25 aprile alle ore 15.
Dalle nostre finestre e balconi appenderemo la bandiera del PCI, cantando "Bella Ciao" e "Bandiera Rossa".
Circa il 90% degli antifascisti condannati al confino e al carcere fra il 1927 e il 1943 dal Tribunale Speciale erano militanti comunisti. Nella Resistenza armata partigiana la componente comunista era di gran lunga la più numerosa e attiva.
Il Partito Comunista Italiano cercò sempre di rendere effettivo il carattere unitario dei Comitati di Liberazione Nazionale (CLN) e di spingere le componenti antifasciste moderate che ne facevano parte ad abbandonare l'attendismo e a combattere.
Politica unitaria antifascista e unità della classe lavoratrice furono le basi sulle quali negli anni successivi alla Guerra il PCI divenne il Partito Comunista più forte dell'Occidente, arrivando a toccare i due milioni di iscritti e il 34,4% dei voti.
I principi sanciti dalla Costituzione del 1948 sono il frutto dei grandi scioperi operai del 1943-1944 nel Nord del Paese, della lotta armata popolare che liberò da sola le grandi città dell'Italia Settentrionale, dell'unità alla quale i comunisti (in un fronte unico con i socialisti e alleati con gli azionisti), seppero spingere le masse cattoliche e l'antifascismo liberale.
La data del 25 aprile unisce tutti gli italiani a difesa della Repubblica fondata sul Lavoro e nata dalla Resistenza. È grazie al sacrificio dei giovani di allora (partigiani, soldati del ricostituito esercito, soldati sovietici che annientarono le orde naziste ricacciandole a Berlino, militari alleati) se in questi 75 anni, pur dovendo subire battute d'arresto e tentativi di restringimento degli spazi democratici parzialmente riusciti, abbiamo potuto vivere in libertà e lottare per conquistarci un futuro migliore senza per questo finire impiccati o fucilati.
Coloro che parlano di "riconciliazione" e di superamento del carattere "di parte" del 25 aprile, sono gli eredi del Fascismo. Loro possono esprimersi grazie alla libertà eccessivamente tollerante che ci è stata regalata da chi li ha combattuti e sconfitti. Se avessero vinto i fascisti l'espressione delle nostre idee ci sarebbe invece costata la prigionia, l'esilio o la vita.
Dal 1945 essere italiani significa essere antifascisti.
Partito Comunista Italiano - Empolese Valdelsa
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