Regionali Toscana, il Pci presenterà una sua lista

Dal mese di luglio 2019, abbiamo aperto un confronto serrato sia con i consiglieri eletti 5 anni fa, dentro una coalizione di sinistra e civica, che con le forze e sigle comuniste e di sinistra di classe. Prima che scoppiasse la pandemia e il coronavirus, avevamo posto sul tavolo del confronto la necessità di caratterizzare la lista con i simboli dei partiti che volevano e ritenevano importante la loro presenza. Una lista, che doveva essere chiaramente connotata e ancorata tra le componenti comuniste e di sinistra di classe. Quindi, un taglio con il passato in cui le liste erano e sono di opportunismo politico, del detto e non detto, di sinistra ma anche no.

Alle nostre proposte, dopo molti tavoli e incontri, un dato è certo, ovvero: nessuno ad oggi ci ha risposto. Hanno preferito stare nel silenzio nella speranza che il PCI non riesca a presentarsi alle elezioni regionali. Elezioni che per noi, sono e rappresentano un mezzo per far conoscere la rinascita del PCI e per trovare nuove adesione per costruire la casa di riferimento dei comunisti. Ma non ci siamo fermati qui, abbiamo lanciato dal Congresso Nazionale la proposta di unire tutte le forze comuniste e di sinistra di classe in un fronte. Un fronte in cui ognuno mantenga la propria appartenenza, legandoci concretamente ai temi che ci uniscono e che condividiamo. Un fronte che permetterebbe di mettere insieme le forze e le capacità di ogni singolo partito al servizio di una guerra contro le politiche neoliberiste di centrodestra e PD e contro questa Europa che ci ha abbandonati.

Contro l’imperialismo e il terrorismo americano, chiediamo l’uscita dalla Nato e via le basi americane dal suolo Italiano. Anche in questo caso, a livello regionale, registro con dispiacere la indisponibilità di costruire il fronte unitario di opposizione. Per queste ragioni e nella speranza che anche l’emergenza umana, sanitaria, politica ed economica di queste settimane, possa determinare la necessaria maturazione, con una spinta verso il fronte unitario di opposizione, abbiamo come partito il dovere di preparare il partito alla campagna elettorale.

Le liste sono state fatte, le firme le stavamo raccogliendo prima del blocco per la pandemia, con Livorno, prima provincia della Toscana con le firme già raccolte. Le altre Province erano a buon punto. Ora, di fronte alla catastrofe sanitaria italiana e Toscana, restiamo disponibili al confronto per la costruzione del fronte comunista e di sinistra di classe, perché i cittadini, tutti, oggi hanno potuto vedere direttamente le gravi e grandi responsabilità di chi ha governato la Regione Toscana in questi anni. Responsabilità che non hanno giustificazioni.

Ora nessuno ci venga a dire che bisogna votare i meno peggio tra centrodestra e PD. E’ sotto gli occhi di tutti, ben visibile che sia le regioni guidate dal centrodestra che quelle guidate dal PD hanno fatto esattamente le stesse politiche, tagliando la sanità pubblica, favorendo quella privata e convenzionata. Non hanno protetto e preparato i medici , gli infermieri e i vari operatori a situazioni come questa. Eppure, dopo la Sars le disposizioni per gli ospedali erano chiare con tanto di protocolli e accessi. Accessi che dovevano essere divisi e valutati in base alle problematiche, invece, come sempre abbiamo disatteso quel protocollo con accesso ai reparti e pronto soccorso da parte di tutti. Questi i motivi per i quali molti medici e infermieri sono stati infettati.

Il sistema, il capitalismo e chi lo ha perseguito ha portato 18.000 morti, collasso sanitario, organizzativo, politico che ha nomi e cognomi dei responsabili. Nel momento del bisogno gli alleati Nato, Europa e Usa ci hanno abbandonato mentre altri paesi comunisti e non come Cina, Cuba, Russia e Albania ci hanno dato aiuto concreto in medici, esperti, mezzi e macchinari. Non lo dimentichiamo. Noi non lo dimenticheremo. Abbiamo visto la brutalità del capitalismo e noi abbiamo la cura e si chiama socialismo.

Marco Barzanti, segretario regionale del PCI Toscana

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