"La priorità è e resta quella di superare l'emergenza sanitaria. Ma in questo momento siamo anche chiamati a costruire le condizioni per fronteggiare l'emergenza economica che si è venuta a creare e che nei prossimi mesi potrebbe anche aggravarsi. Per questo, oltre alle misure regionali che stiamo mettendo in campo e su cui continueremo a lavorare col presidente Rossi, ho scritto al sottosegretario all'Economia Antonio Misiani, ai capigruppo PD di Camera e Senato Graziano Del Rio e Andrea Marcucci, al segretario nazionale Nicola Zingaretti e a quella regionale Simona Bonafè sottoponendo loro alcune misure concrete per aiutare famiglie e imprese e, di conseguenza, anche tantissimi lavoratori. Misure che, più che essere chiamate reddito di emergenza, possono rappresentare per tutti un reddito di ripartenza".
Così il consigliere regionale PD Antonio Mazzeo che ha spiegato nel dettaglio quali sono le misure del reddito di ripartenza a cui ha lavorato insieme ad alcuni professionisti della provincia di Pisa.
"Il problema più urgente da affrontare, per molti, sarà quello della liquidità - spiega Mazzeo - per cui il tema principale sarà quello di poter rimettere, da subito, soldi in tasca ai cittadini e a chi fa impresa a partire, ovviamente, dalle situazioni di maggiore bisogno e difficoltà. L'ipotesi che abbiamo fatto parte dalle famiglie in difficoltà che non rientrano in nessun sussidio e potrebbe prevedere prestiti fino a 15.000 euro a tasso zero da restituire fino a 20 anni con una 'rata' di rientro che potrebbe arrivare ad essere di poco superiore a 50 euro al mese. Quanto alle partite iva e alle PMI, il finanziamento potrebbe arrivare fino al 30% del fatturato del 2019 (minimo 15 mila euro) da aumentare al 50% per quelle del commercio e del turismo, sempre a tasso zero e sempre restituibile fino a 20 anni. Tradotto, per fare un esempio numerico: una partita iva che avesse fatturato 100mila euro e chiedesse un finanziamento da 30mila potrebbe avere una rata mensile da restituire di 125 euro".
Capitolo a parte, invece, riguarda tutte quelle piccole e medio aziende che, a fronte dell'emergenza, sono state costrette a chiudere totalmente. "In questo caso - spiega Mazzeo - l'intervento potrebbe andare in una doppia direzione: oltre a un finanziamento per la ripartenza a tasso zero fino al 50% del fatturato 2019 da restituire fino a 30 anni, sarebbe importante prevedere anche un contributo a fondo perduto, magari fino al massimo del 25% del fatturato 2019".
Non sfugge, ovviamente, la necessità che simili interventi, per trovare attuazione, debbano prevedere coperture ingenti sia a livello nazionale sia attraverso il contributo dell'Europa, "ma se davvero vogliamo evitare che alla crisi sanitaria ne segua una sociale ancor più grave - conclude Mazzeo - dobbiamo assolutamente intervenire in maniera forte e tempestiva perché di fronte a una contingenza così drammatica e straordinaria servono assolutamente misure altrettanto straordinarie".
Fonte: Ufficio stampa
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