Sono complessivamente una quarantina le denunce effettuate nei territori del Chianti fiorentino sul mancato rispetto delle norme emanate dal governo per limitare il contagio e la diffusione del virus. Circa la metà delle violazioni è stata accertata dalla Polizia locale dell’Unione comunale del Chianti fiorentino che, da alcuni giorni, concentra quasi esclusivamente la propria attività, in un’estensione territoriale molto vasta pari a 400 Km quadrati, compresa tra i Comuni di Barberino Tavarnelle, Greve e San Casciano, nel controllo dell’osservanza delle norme ministeriali.
Il numero dei trasgressori che viola l’articolo 4 del Decreto ministeriale dell’8 marzo, che al Comma II rinvia all’articolo 650 del Codice penale, non si ferma, anzi cresce. Sono stati identificati e multati adulti e minori in varie zone del Chianti della Valdelsa, mentre giocavano a calcio, raggruppati, o passeggiavano a diversi Km di distanza dalla propria abitazione e nei pressi di aree pubbliche raggiunte non a piedi ma con l’auto. Altro caso verbalizzato è lo spostamento ingiustificato legato all’approvvigionamento effettuato ampiamente al fuori del proprio comune di residenza.
“Le misure stringenti del governo finalizzate al contenimento del virus impongono uno stile di vita blindato – dichiarano i sindaci dell’Unione comunale Paolo Sottani, Roberto Ciappi e David Baroncelli - che senso ha usare la macchina per raggiungere luoghi dove il rischio del contagio può seriamente mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri? Ce lo chiediamo perché, con nostro rammarico, nonostante gli ininterrotti tentativi di porre uno stop, alcuni cittadini continuano a dimostrare assoluta mancanza di responsabilità, dimostrano di non aver compreso la gravità del contesto che stiamo vivendo. Eppure il dato oggettivo che riconduce l’emergenza epidemiologica alla morte e le misure che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha stabilito per ridurre, prevenire e contenere questo rischio sembrano evidentemente chiari. Non si può uscire di casa. Lo si può fare solo per stato di necessità, motivi di salute e comprovate esigenze lavorative. Per nessun’altra ragione. E se avete bisogno di andare a fare la spesa abbiate il buon senso di non andare tutti i giorni ma di recarvi nei negozi periodicamente. Insomma occorre limitare gli spostamenti allo stretto necessario. E chi non rispetta i divieti rischia molto. Le conseguenze legali in caso di trasgressione alle regole sono importanti, sono previste infatti pene fino a 3 mesi di arresto o l’ammenda fino a 206 euro”.
Dall’entrata in vigore del Dpcm dell’11 marzo gli agenti della Polizia locale effettuano circa ottanta controlli al giorno nell’identificazione della tipologia di esercizi commerciali ai quali è consentita l’apertura e sono impegnati nel monitoraggio delle aree pubbliche, come giardini, parchi e piste pedociclabili, dove, in base a specifiche ordinanze emesse dai sindaci, è interdetto l’accesso.
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