Tra i settori economici che stanno pagando le ripercussioni del Coronavirus anche il benessere: centri di estetica e coiffeur che nella Città Metropolitana di Firenze contano 2.854 imprese. Una diminuzione della clientela che teme che la trasmissione del virus possa essere facilitata dal contatto corporeo che le attività del benessere implicano.
Quanto attualmente predisposto nelle linee guida dal Ministero della Salute in materia di contenimento della diffusione di possibili contagi è però già ampiamente garantito dalle imprese di estetica, acconciatura e benessere in virtù di preesistenti leggi e regolamenti di riferimento.
“Tutti i centri estetici, sicuramente quelli regolari, rispettano norme rigorose in materia di prevenzione della salute pubblica come previsto dalle disposizioni degli organi competenti di controllo e vigilanza territoriali – spiega Daniela Vallarano, presidente di CNA Firenze Estetica - Ogni impresa di settore è, inoltre, assoggettata al rispetto delle norme previste sulla salute e sicurezza dei luoghi di lavoro (D.Lgs n. 81/2008), in particolare per quanto riguarda l’obbligo di dotarsi dei dispositivi di controllo e prevenzione nei confronti del personale addetto (tra cui, ad esempio, l’uso di mascherine e guanti monouso) e l’obbligo di svolgere formazione periodica specifica sulla prevenzione dei rischi”.
“È necessario però, in questa situazione di generale preoccupazione, predisporre strumenti incisivi di informazione sui rischi in cui si può incorrere, invece, rivolgendosi ad operatori non regolari e a centri non autorizzati, che non posseggono regolare licenza di esercizio e che sfuggono, quindi, ad ogni attività di vigilanza e controllo – continua Vallarano - I consumatori devono essere consapevoli dei rischi a cui si espongono rivolgendosi ad operatori non regolari e fuori controllo. Rischi che, purtroppo, non sono circoscritti all’emergenza sanitaria del momento”.
Un fenomeno, quello dell’abusivismo, che costa alle imprese fiorentine una perdita di fatturato di circa il 30% e alla cittadinanza lavoro nero, evasione fiscale (e conseguentemente anche una maggiore pressione fiscale) e rischi per la salute: infezioni, dermatiti fino anche all’epatite. Un fenomeno che non conosce nazionalità portato avanti da chi, italiano e straniero, sceglie scientemente di lavorare a nero.
“La situazione è però in costante mutamento. Oggi dovrebbe essere in arrivo un nuovo Decreto che sembra contenga le indicazioni di evitare le strette di mano, gli abbracci e in generale i contatti fisici ravvicinati oltre all’invito a mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone. Così fosse sarebbe un durissimo colpo per il settore” conclude Vallarano.
Fonte: Cna Toscana - Ufficio Stampa
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