Esplorare le potenzialità didattiche dei video immersivi nella formazione universitaria. E’ l’obiettivo di un progetto europeo che coinvolge l’Università di Firenze insieme ad altri quattro atenei di Gran Bretagna, Belgio, Austria e Grecia.
SEPA360 (Supporting Educators Pedagogical Activities with 360 video) prende avvio in questi giorni proprio a Firenze, dove da oggi fino a giovedì 20 febbraio si svolge il primo appuntamento formativo. Alcuni docenti – i cosiddetti “Digital Champion” - delle cinque università partner della ricerca saranno istruiti sulla realizzazione e sull’uso dei video a 360° e poi si misureranno con la progettazione e la realizzazione di alcuni video immersivi – girati nel centro di Firenze - da poter poi utilizzare con i propri studenti. La loro esperienza potrà servire da riferimento per i colleghi delle rispettive sedi universitarie che vorranno cimentarsi con queste tecnologie.
Per l’Ateneo fiorentino fanno parte del progetto, che ha durata triennale, il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia (FORLILPSI) e l’Unità e-learning del Sistema Informatico di Ateneo per il sostegno ai processi di innovazione della didattica universitaria. Tra i Digital Champions UNIFI vi sono docenti provenienti da Ingegneria, Agraria, Studi Umanistici e della Formazione.
“Il video a 360 gradi – spiega la coordinatrice dell’unità fiorentina Maria Ranieri, docente di Didattica e pedagogia speciale - è una ripresa che viene realizzata attraverso l’impiego di particolari videocamere con doppio obiettivo, in grado di acquisire e combinare le immagini in modo da ottenere una visuale completa dell’ambiente in cui ci si trova. Chi guarda il video – prosegue Ranieri - ne personalizza la fruizione: potrà infatti decidere di direzionare il proprio sguardo a destra, a sinistra o ancora di guardare in alto o in basso a proprio piacimento, proprio come farebbe se si trovasse fisicamente presente”.
I video a 360 gradi possono essere fruiti online o tramite appositi visori che rilevano i movimenti della testa e adattano, in base a questi, il punto di osservazione. I video immersivi permettono di effettuare “esperienze vicarie”, non reali ma simili alla realtà.
Fonte: Università degli Studi di Firenze
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