Caporalato nelle vigne del Chianti: 9 patteggiamenti, a processo altri 4 indagati

Tra i 17 indagati nell'inchiesta sul caporalato nel Chianti, 9 persone hanno ottenuto il patteggiamento al tribunale di Prato.

La vicenda di reclutamento della manodopera tra immigrati fu scoperta dalla procura pratese nel 2016, e ha coinvolto l'azienda vinicola Coli spa di Tavernelle Val di Pesa. Lo sfruttamento fu documentato da Digos e Guardia di Finanza e nell'inchiesta si contestano numerosi reati, tra cui l'associazione a delinquere e lo sfruttamento di decine di migranti.

Gli imprenditori hanno confessato i reati per i quali erano indagati e per questo è stata applicata la sospensione condizionale della pena. Rispettivamente Giacomo Coli e Filippo Coli, entrambi 46enni hanno patteggiato a 1 anno e 10 mesi di pena ciascuno, il 48enne Gianluca Coli un anno mentre Giampiero Coli 74 anni, 11 mesi. Anche Tariq Sikander, il 'caporale' 41enne pakistano che si occupava del reclutamento degli operai e il commercialista Paolo Baldi, 64 anni, hanno patteggiato. Pena di 2 anni e 8 mesi per il primo che arruolava per la manodopera nelle vigne del Chianti e 8 mesi per il secondo, imputato per il servizio di assistenza contabile, di concorso esterno in associazione a delinquere. Infine anche per 3 contabili e amministrativi sono stati patteggiati alcuni mesi.

In udienza preliminare altri 4 imputati pakistani sono stati rinviati a giudizio mentre per altri 4, italiani, verrà svolto il processo con le accuse di intralcio alla giustizia: questi ultimi infatti avrebbero fatto pressione su alcuni indagati perché non collaborassero con la giustizia.

Al momento delle indagini anche l'ex frontman dei Police, Sting, si presentò davanti agli inquirenti per chiarire la questione: il cantante infatti avrebbe sottolineato la sua estraneità alla vicenda dovuta dal fatto che dei terreni coltivati nella sua tenuta confinavano con quelli della Coli spa e inoltre, uno dei vigneti era stato affittato agli imprenditori dallo stesso Sting.