“Rilanciare il settore delle costruzioni per rilanciare il Paese”: è lo slogan della mobilitazione nazionale (hashtag #atestaalta) lanciata da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil che si è svolta oggi, con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione su questo settore (e sui suoi lavoratori) non uscito dalla crisi e di spingere istituzioni e categorie a intervenire pesantemente per dare una svolta più che mai necessaria.
In Toscana i tre sindacati hanno organizzato tre presìdi dalle 10 alle 12 (i manifestanti hanno indossato delle pettorine arancioni da lavoro, con lo slogan dell’iniziativa, create ad hoc per l’occasione): a Firenze in piazza Duomo davanti alla sede della Regione Toscana ( nell'occasione una delegazione di sindacalisti è stata ricevuta da rappresentanti di alcuni assessorati), ad Arezzo e Livorno davanti alla Prefettura (ad Arezzo è stato esposto un grande pannello che riepiloga lo stato dei lavori sulla E78, a Livorno i temi caldi sono stati Tirrenica e Darsena Europa). “Vogliamo che le nostre rivendicazioni siano condivise e oggetto di un’azione comune con le istituzioni locali a partire dalla Regione stessa; insieme abbiamo iniziato alcuni percorsi che devono vedere la luce come un protocollo con le grandi stazioni appaltanti, l’applicazione della congruità, il contrasto alle irregolarità e al dumping contrattuale, la regolarità negli appalti, provando, insieme ad arginare alcuni effetti dello Sblocca Cantieri. Siano portate a compimento le opere strategiche, infrastrutturali e non”, hanno detto i segretari generali toscani di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Toscana Giulia Bartoli, Simona Riccio e Ernesto D’Anna.
I NUMERI TOSCANI DELLA CRISI
Dieci anni di crisi economica in Toscana hanno portato 27mila posti di lavoro in meno nel settore edile, 41% in meno degli addetti e 31% in meno delle imprese. La provincia che evidenzia il dato peggiore è indubbiamente Arezzo con una perdita, dal 2009 al 2019, del 57% degli addetti e delle imprese. Le province in cui il dato ha retto di più l’impatto della crisi sono state Firenze e Pistoia, con un calo di addetti del 27%. I settori del legno, dei laterizi e del cemento hanno visto dimezzare volumi e occupazione. E anche la sicurezza sul lavoro è peggiorata: nel 2019 sono 2.200 gli infortuni denunciati in edilizia in 9 mesi, quasi 190 nel mese di settembre. Inoltre, nel secondo trimestre 2019 i lavoratori a Partita Iva (spesso in maniera involontaria) hanno toccato il 48,7% del totale: una situazione di frantumazione che preoccupa e che rischia di riportare a qualche anno fa, quando i lavoratori autonomi avevano superato i lavoratori dipendenti.
QUANTO VALE SBLOCCARE I CANTIERI TOSCANI
Sbloccare le principali opere infrastrutturali in Toscana varrebbe 6 miliardi di euro, per oltre 98mila unità di lavoro attivate per l’intero indotto (in 5 anni). Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Toscana stimano che la ricaduta per il settore delle costruzioni sia di circa 15mila nuovi posti di lavoro in 5 anni. Le opere su cui i sindacati fanno questa stima sono: Terza corsia A1, Terza corsia A11, Tirrenica, Assi di Lucca, Fano-Grosseto, Alta Velocità Firenze, Raddoppio linea ferroviaria Pistoia-Lucca, raddoppio ed elettrificazione linea ferroviaria Empoli Granaiolo(Siena), raddoppio Pontremoli-Aulla, Darsena Europa e raccordi a Livorno, interventi Piombino (porto e raccordi), Masterplan aeroporti Firenze e Pisa.
LE RICHIESTE DEI SINDACATI A GOVERNO E REGIONE
- Portare a compimento le opere infrastrutturali strategiche per la Toscana e favorire il trasporto su ferro intervenendo anche su altre tratte al momento non programmate
- Intervenire nella messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e nell’edilizia scolastica
- Salvaguardare il know how toscano nei settori manifatturieri come legno e laterizi
- Investire in piccoli interventi per la viabilità interna
- Favorire le imprese regolari, combattere le irregolarità, il dumping contrattuale e l'illegalità negli appalti
- Maggiore tutela della salute e sicurezza sul lavoro, con l'introduzione della Patente a punti e l'inasprimento e certezza delle pene
Fonte: Cgil Cisl Uil Toscana e Firenze - Ufficio stampa
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