Vietnam tra turismo e censura, orsi in gabbia per la bile: il Punto sul Mondo con Alice Pistolesi

Alice Pistolesi racconta il suo recente reportage sulle contraddizioni del Vietnam


Il volto nascosto del Vietnam e le contraddizioni che si celano dietro la patina turistica del Paese asiatico sono stati al centro della nuova puntata di 'Un punto sul mondo', il programma di approfondimento internazionale in onda su Radio Lady, realizzato in collaborazione con gonews.it e con l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo.

Il direttore di gonews.it, Giovanni Mennillo, ha intervistato la giornalista dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo Alice Pistolesi, autrice di reportage pubblicati su L’Espresso e su El País Planeta Futuro, dedicati al tema dello sfruttamento degli orsi nelle 'fattorie della bile' e le difficoltà del fare informazione in un Paese dove la libertà di stampa è fortemente limitata.

Guarda l'intervista completa

Durante la trasmissione, Alice Pistolesi ha raccontato il suo recente viaggio in Vietnam, un Paese che definisce "tranquillo e rilassato per il turista", dove viaggiare è semplice e sicuro, ma che, sotto la superficie, nasconde forti contraddizioni. “Non ci sono problemi legati alla criminalità, si viaggia in modo sereno. Ma basta allontanarsi dalla prospettiva del turista medio per scoprire aspetti molto complessi della società vietnamita”, ha spiegato la giornalista.

Nel suo reportage uscito pochi giorni fa, Pistolesi ha raccontato le cosiddette fabbriche della bile, strutture dove gli orsi vengono tenuti in condizioni estreme per estrarre la bile utilizzata nella medicina tradizionale asiatica e in alcuni prodotti cosmetici. “Gli orsi vengono rinchiusi in piccole gabbie e sottoposti a un prelievo continuo della bile dalla cistifellea. Si tratta di una pratica crudele, ma anche pseudoscientifica: non ci sono reali benefici medici dimostrati”.

Fortunatamente, qualcosa si muove. L’associazione Animals Asia, protagonista del reportage, si occupa del recupero di questi animali, offrendo loro un rifugio sicuro in apposite oasi. “Molti orsi arrivano fortemente traumatizzati e non tutti riescono a sopravvivere. Ma è anche grazie all’attività di questa associazione se il numero di fattorie è in diminuzione”, ha raccontato Pistolesi.

Dalla collaborazione tra questa associazione e una comunità di donne nei pressi di Hanoi è nato, sotto la guida scientifica di medici, un ricettario con 40 rimedi alternativi all'uso della bile: “Si tratta di un gesto di grande valore simbolico e pratico: dimostra che è possibile un’alternativa, che la tradizione può evolversi senza crudeltà”.

La bile d’orso, purtroppo, continua a essere richiesta soprattutto in Paesi asiatici come la Cina, il Giappone, la Corea del Sud e in parte negli Stati Uniti e in Australia, ma non ha attecchito in Europa. In Vietnam, nonostante l’estrazione sia ufficialmente vietata da alcuni anni, continua a essere eseguita a causa di una falla nella legge: è consentita solo per gli orsi già registrati prima del divieto. Questo ha dato vita a un escamotage crudele, con il chip identificativo che viene rimosso dagli orsi morti e impiantato in nuovi esemplari.

Ma il problema non riguarda solo il maltrattamento degli animali. Il Vietnam si trova anche agli ultimi posti nella classifica mondiale per la libertà di stampa: secondo Reporters Senza Frontiere è 174esimo su 180 Paesi. “Fare giornalismo lì è quasi impossibile. C’è un forte controllo e chi parla rischia la prigione. Il codice penale, all’articolo 117, vieta di comunicare con giornalisti stranieri - spiega Pistolesi -. Molte storie importanti, come quelle legate all’inquinamento o agli effetti ancora presenti della guerra, non si riescono a raccontare”.

Tra i temi oscurati dal regime c’è anche quello delle mine antiuomo ancora presenti sul territorio e dei danni ambientali causati dagli erbicidi usati dagli Stati Uniti durante il conflitto, che continuano a contaminare il suolo e causare malattie. “Il Paese chiama ancora quel conflitto ‘la guerra americana’ – afferma – ed è una ferita che non si è mai rimarginata”.

A 50 anni dalla riunificazione, che sarà celebrata il 30 aprile, il Vietnam si presenta come un Paese apparentemente stabile. Non si vedono mendicanti per le strade e la povertà sembra invisibile. Ma, come osserva la giornalista, “questo non significa che la povertà non ci sia, semplicemente è nascosta sotto una rete fitta di propaganda e controllo sociale”.

La storia degli orsi, dunque, è solo una delle tante storie che meritano di essere raccontate. E che, troppo spesso, restano sepolte sotto la cortina del silenzio.

Notizie correlate



Tutte le notizie di Empoli

<< Indietro

ISCRIVITI alla newsletter quotidiana di gonews.it

Ogni giorno alle 19 le notizie più importanti

torna a inizio pagina