
Assistiamo in questi giorni a continue strumentalizzazioni, sia a livello nazionale che locale, di fatti di cronaca riguardanti presunti episodi di violenza di genere e molestie.
Come quello accaduto a Vicofaro.
Come movimento NUDM da sempre affermiamo che la violenza di genere è un problema culturale, riferendoci ad una cultura, quella della prevaricazione maschile, che sfortunatamente per donne, persone trans e libere soggettività, non conosce confini geografici. La cultura dello stupro è un problema trasversale e come tale va riconosciuto e condannato, per poter educare al consenso e al rispetto dell’autodeterminazione di ogni libera soggettività.
Allo stesso modo condanniamo e rifiutiamo, come già ribadito in piazza l’8 Aprile scorso, il doppio standard che sistematicamente viene adottato nella narrazione di casi di molestia quando a commetterli è un cittadino italiano invece che una persona migrante, soprattutto se nera.
Recentemente il Ministro Nordio, riferendosi ad uno degli ultimi femminicidi, ha commentato l’accaduto dicendo che alcune etnie avrebbero una sensibilità diversa dalla nostra nei confronti delle donne. Ecco, siamo stanchə di queste strumentalizzazioni becere e razziste che le destre portano avanti letteralmente sulla nostra pelle.
Ancora una volta si alimenta l'idea di un’emergenza sociale da riconoscere solo quando a molestare, violentare, uccidere le donne* sono uomini stranieri. Al contrario però, si grida alla misandria e all’ingiustizia quando a prendere parola siamo noi donne*. Altrettanto stranamente ci si appella alla presunzione di innocenza con puntualità se l’accusato è un uomo bianco e borghese, mentre si faranno facilmente i nomi di persone indagate per aver commesso violenze di genere fin dal primo grado di giudizio se di origini non italiane.
Come mai la sistematicità del problema emerge solo quando a molestarci ed ucciderci sono uomini stranieri? Perchè quando a compiere atti simili è un cittadino italiano, li consideriamo semplicemente casi isolati? Si individua la responsabilità nella cultura di interi paesi, giudicati diversi e lontani dal nostro, ma ci si ostina a non osservare e interrogare quella di cui ciascuna persona che ci sta leggendo è protagonista.
Condanniamo con fermezza i continui tentativi da parte delle destre di incrementare odio e di portare avanti una guerra tra pover3 che sistematicamente diserteremo.
Ancora una volta siamo dalla parte delle sorelle* che subiscono violenza. Vi crediamo e siamo sempre al vostro fianco. Ci vogliono isolat3, ci troveranno complici! Perché la nostra rabbia è voce plurale!
Fonte: Non una di Meno Pistoia
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