L'adesione alla Rete READY non si tocca: PD e assessora Luca ribadiscono i principi di adesione

Il Partito Democratico di Pontedera interviene sulle recenti dichiarazioni del consigliere Quercetani di Fratelli d’Italia, che chiede la rimozione dell’adesione del Comune di Pontedera alla Rete READY, per ribadire la propria posizione "a difesa dei diritti e della dignità di tutte le persone."

"La Rete READY – Rete nazionale delle Regioni e degli Enti Locali per prevenire e superare l’omolesbobitransfobia – è un’iniziativa istituzionale nata per promuovere politiche inclusive - si legge nella nota - , contrastare ogni forma di discriminazione e garantire pari diritti e opportunità. Non ha nulla a che vedere con fantomatiche “teorie gender” tanto care alla propaganda della destra, ma rappresenta un presidio concreto di civiltà e giustizia sociale. L’ossessione della destra per la “teoria gender” è funzionale soltanto a nascondere il vuoto delle proprie proposte e la volontà di riportare la società indietro di decenni. Parlano di libertà, ma solo quando coincide con la loro idea di società: un modello chiuso, gerarchico, fondato sulla discriminazione e sulla paura del diverso. La vera ideologia che certi personaggi difendono è quella della violenza, della prevaricazione e dell’esclusione. Pontedera continuerà a stare dalla parte dei diritti, della libertà di autodeterminazione, dell’accoglienza e del rispetto. L’adesione alla Rete READY non è solo un atto simbolico, ma una scelta politica precisa: quella di stare accanto a chi ogni giorno subisce discriminazioni e di lavorare per una comunità più giusta e più umana."

Sul tema interviene a stretto giro anche l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Pontedera, Sonia Luca: “Di fronte alle dichiarazioni del consigliere di Fratelli d'Italia che chiede l’uscita di Pontedera dalla rete READY, è più che mai evidente quanto sia necessario continuare a lottare per l’uguaglianza, la parità e la tutela dei diritti di tutte le persone. L’adesione alla rete READY non è solo un atto formale: è un segnale forte, simbolico, che sancisce la responsabilità delle istituzioni nel garantire il rispetto, la libertà di autodeterminazione e la dignità di ogni individuo, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. Siamo stanchi di chi pretende di imporre la famiglia “tradizionale” come unico modello possibile e accettabile di convivenza sociale. Peraltro, sempre più spesso, anche chi la teorizza, nei fatti, si scontra quotidianamente con una realtà che si discosta da quel modello astratto, rigido e idealizzato. Le famiglie reali sono complesse, diverse, e tutte meritano riconoscimento e rispetto. La vera tradizione da difendere, quella che rispecchia i valori più profondi della nostra cultura democratica, è quella dell’amore, della solidarietà e della convivenza civile. È su questi pilastri che si fonda una società sana, accogliente e capace di evolversi nel tempo.”

 

 

Fonte: Ufficio Stampa

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