Federconsumatori e affiti brevi: a Firenze sicurezza ancora carente, solo il 6% degli alloggi è in regola

Si avvicina la Pasqua e, come ogni anno, in molti si preparano a partire, approfittando dei diversi ponti che questo periodo offre fino al 2 maggio. E molti sceglieranno gli affitti turistici brevi, che risultano sempre più economici degli hotel, anche se si riduce di anno in anno il margine di convenienza. Gli appartamenti destinati ad affitto turistico, infatti, non sono immuni dall’aumento di prezzo: rispetto allo scorso anno si registrano incrementi dal 10% al 24%. Visto l’elevato numero di prenotazioni presso queste strutture, Federconsumatori ha aggiornato la propria ricerca sulla regolarità e la sicurezza degli affitti brevi nelle città italiane.

 

LE NUOVE NORME E I DATI:

Il primo gennaio 2025 sono entrati in vigore diversi obblighi in capo ai possessori di immobili in affitto breve e turistico. A dire il vero il più noto, il codice identificativo, era già previsto da tempo nelle diverse legislazioni regionali, ma la sua applicazione era stata sporadica. Dal punto di vista dell’adozione del Codice Identificativo Nazionale, il CIN, nato per migliorare l’approccio alla regolarità di questo mondo, è innegabile il risultato positivo. Si può ipotizzare che oggi circa l’80% degli appartamenti e camere in affitto turistico/breve abbia il CIN. Non sono disponibili dati comunali sul CIN, ma provinciali. Il dato peggiore è quello di Firenze, dove gli appartamenti e camere in affitto breve con il CIN sono stimabili attorno al 70%, mentre Napoli si posiziona sopra l’85%.

Capitolo self check in: su 7.500 appartamenti e camere in affitto breve, in otto grandi città italiane, abbiamo registrato che il 41,5% ha il self check-in come unica modalità di accoglienza. Ma c’è un problema: con una circolare del 18 novembre 2024 il Ministero dell’Interno ha confermato l’assoluto divieto a tutte le forme di self check-in.

La situazione sicurezza resta complicata e si rileva in vari casi il mancato rispetto delle prescrizioni di sicurezza previste dalla normativa nazionale (estintori, rilevatori di gas e impianto antincendio). L'estintore, obbligatorio nell'appartamento o al piano, è presente, nel dato generale, solo nel 30% degli immobili; gli obbligatori rilevatori di perdite di gas o della presenza di monossido di carbonio sono presenti solo nel 22-24% degli immobili; infine, gli impianti antincendio (non obbligatori) sono presenti nel 15% dei casi. A gennaio sono entrate in vigore le nuove norme sulla sicurezza ma ad oggi risulta migliorata solo in alcune città. A Milano, ad esempio, il 58% delle strutture monitorate ha provveduto a dotare l’alloggio dei dispositivi di sicurezza secondo le ultime disposizioni, nella grande maggioranza dei casi aggiungendo il rilevatore di monossido di carbonio. Situazione analoga a Torino, dove le strutture che hanno implementato la sicurezza sono il 56% (anche in questo caso è aumentata la dotazione di rilevatori di monossido di carbonio). Migliorano anche Bologna +42%, Napoli +40% e Catania +38%.Non cambia nulla, invece, a Firenze - dice Laura Grandi di Federconsumatori Toscana - dove solo il 6% ha adempiuto alle nuove norme di sicurezza. La situazione è carente e allarmante. Evidentemente i tristi episodi e incidenti che si sono susseguiti non sono stati una motivazione sufficiente per investire sulla sicurezza dei clienti. Un dato discutibile, visto che ormai tali dispositivi sono reperibili sul mercato a costi davvero accessibili”.

 

LE PAROLE DI FEDERCONSUMATORI TOSCANA:

In generale, questo il bilancio di Grandi: “Bene i codici, male self check-in e sicurezza dei turisti: resistono sacche di irregolarità. Servono più controlli su fisco e regolarità del lavoro e, accanto alle multe, deve essere introdotta la sanzione della sospensione della possibilità di affittare appartamenti e camere in forma breve per chi non rispetta le regole, e applicare un peso crescente a tutte le sanzioni in caso di recidiva, fino ad arrivare alla interdizione definitiva da tale attività. Non c'è solo il rispetto delle regole per il futuro, ma chi ha vissuto per anni agevolmente nella zona franca degli affitti brevi deve essere chiamato a sanare la propria posizione, anche con riguardo a quella parte di operatori che le regole, invece, le rispettano.”

ECCO I DATI AGGIORNATI PER OGNI CITTA:

ROMA :

CIN (dato provinciale del Ministero, comprensivi hotel e B&B): 80%

CIN affitti brevi/turistici (stima): 72-75%

Self check-in (centro, su 900 immobili): 37,5%

Self check-in (IX Municipio, su 391 immobili): 31,2% (media 36%)

Sicurezza: situazione invariata

 

FIRENZE

CIN (dato provinciale del Ministero, comprensivi hotel e B&B): 78%

CIN affitti brevi/turistici (stima): 70-73%

Self check-in (centro, su 933 immobili): 41,5%

Sicurezza: situazione praticamente invariata

 

MILANO

CIN (dato provinciale del Ministero, comprensivi hotel e B&B): 82%

CIN affitti brevi/turistici (stima): 74-77%

Self check-in (centro, su 999 immobili): 52%

Sicurezza: 58% delle strutture ha implementato la sicurezza

 

VENEZIA

CIN (dato provinciale del Ministero, comprensivi hotel e B&B): 93%

CIN affitti brevi/turistici (stima): 84%

Self check-in (centro, su 944 immobili): 29%

Sicurezza: situazione invariata

 

BOLOGNA

CIN (dato provinciale del Ministero, comprensivi hotel e B&B): 89%

CIN affitti brevi/turistici (stima): 80-85%

Self check-in (centro, su 955 immobili): 45%

Sicurezza: 42% delle strutture ha implementato la sicurezza

 

NAPOLI

CIN (dato provinciale del Ministero, comprensivi hotel e B&B): 93%

CIN affitti brevi/turistici (stima): 85-88%

Self check-in (centro, su 907 immobili): 33%

Sicurezza: 40% delle strutture ha implementato la sicurezza

Fonte: Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze

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