Castelfranco esce dalla rete Ready: "Tematiche non condivisibili"

La Rete Ready si occupa anche di contrastare le discriminazioni per l'orientamento sessuale. Nardini contro Mini: "Scelta grave"


Castelfranco di Sotto si sfila dalla rete Ready. L'amministrazione di centrodestra guidata da Fabio Mini ha scelto di togliersi dalla rete creata per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. La decisione è stata presa all'unanimità dalla giunta il 9 aprile, come si legge in una delibera.

L'adesione non prevedeva una quota associativa ma, come scritto nella delibera, comportava "costi diretti e indiretti per il Comune". Comportava anche "l'attivazione di strette collaborazioni e iniziative su tematiche in parte non condivisibili da questa amministrazione".

Fabio Mini ha commentato così l'uscita: “Non c'è motivo di stare in un'associazione come questa, perché ci sono già le leggi che tutelano la libertà di orientamento sessuale. Al contempo riteniamo che continuare ad essere partecipi di tali associazioni leda il diritto di tutti, tra i quali gli etero. Sono contrario a tali movimenti, come lo ero al Ddl Zan, che non sarebbe servito a tutelare i vari orientamenti sessuali, ma avrebbe impedito di manifestare le proprie idee a coloro che credono che la famiglia sia una sola, quella tradizionale”.

Le reazioni da sinistra: "Scelta grave e irresponsabile"

Netta la posizione di Alessandra Nardini, assessora regionale, che in una nota ha dichiarato: "Non mi stupisce che il sindaco di Castelfranco di Sotto abbia deciso di uscire dalla rete Ready. È un estremista di destra, noto per un tatuaggio con motto nazista. Cosa ci si può aspettare? È una scelta gravissima perché quella è la rete delle Pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Se esci dai un messaggio chiaro: 'sono favorevole alle discriminazioni'. Castelfranco non merita un sindaco del genere e spero che reagisca a questa scelta ideologicamente violenta".

Nel comunicato di Castelfranco Unita (PD-PSI-Alleanza Verdi & Sinistra-Azione) esprime la sua "più ferma condanna e profonda preoccupazione in merito alla deliberata decisione della giunta Mini". Secondo il gruppo la scelta "appare non solo incomprensibile, ma anche irresponsabile. Questa rete rappresenta uno strumento fondamentale per promuovere il rispetto, l'accoglienza e l'uguaglianza, valori che dovrebbero essere pilastri di ogni comunità civile. Del resto, una decisione così sbagliata e divisiva per la nostra comunità non stupisce, considerando la mancanza di una specifica delega alle pari opportunità all'interno della giunta". E ancora: "Questo rischia di far sentire meno protetti e meno inclusi quei cittadini che più necessitano di sostegno e riconoscimento. Ci chiediamo quale sia la visione di comunità che questa Giunta intende perseguire. Vogliamo una Castelfranco unita, aperta, inclusiva, che valorizza la diversità come una ricchezza, o una Castelfranco che si chiude e lascia indietro una parte dei suoi cittadini? Castelfranco Unita si schiera con forza a difesa dei diritti e dei doveri di ogni persona a sentirsi pienamente parte della propria comunità, a vivere la propria vita con dignità e libertà, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale".

Per Anna Piu di Sinistra Italiana Pisa "è l’ennesimo segnale di una precisa volontà della destra di smantellare gli strumenti istituzionali di tutela e promozione dei diritti civili. Una decisione che rientra in una più ampia e pericolosa offensiva ideologica che, in molte amministrazioni, sta colpendo le persone LGBTQIA+, minacciando le conquiste di anni di lotte e di impegno per una società più giusta e inclusiva. Rinunciarvi è una scelta che parla chiaro: voltare le spalle a una parte della cittadinanza e legittimare marginalizzazione e discriminazione". Come Sinistra Italiana Pisa "condanniamo con forza questa decisione e ribadiamo il nostro impegno quotidiano per i diritti, l’uguaglianza e la dignità di tutte e tutti. Difendere la Rete READY significa difendere un’idea di società aperta, pluralista e solidale, dove nessuno viene lasciato indietro".

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