
Si tratta del primo caso di applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale, tipicamente impiegate per contrastare la criminalità organizzata, nei confronti di un evasore
La guardia di finanza di Prato ha eseguito nei confronti di un soggetto di origine cinese, già coinvolto in un procedimento penale per reati tributari e gestore di fatto di una filiera di imprese "apri e chiudi", un provvedimento di misura di prevenzione patrimoniale emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione di Firenze e richiesto dalla procura. Attivo nel settore tessile del distretto pratese da oltre 25 anni, secondo quanto ricostruito ha potuto contare nel corso dell'operatività illecita sulla costante, qualificata e strategica collaborazione di consulenti: il loro concorso consapevole, in supporto tecnico e competenze in ambito fiscale, contabile e amministrativo avrebbe contribuito alla costituzione, gestione e chiusura pilotata delle imprese attraverso la redazione di atti, bilanci e dichiarazioni finalizzati a eludere i controlli. Così l'imprenditore avrebbe fittiziamente intestato la titolarità di almeno sette ditte individuali a prestanome, anch'essi di origine cinese, predisponendo assetti societari funzionali a dissimulare la gestione di fatto da parte del medesimo soggetto.
Ciascuna delle imprese, dopo un breve periodo di operatività, veniva sistematicamente cessata con l'insorgere dei primi rilevanti debiti erariali così da neutralizzare sul nascere eventuali azioni di accertamento o riscossione da parte dell'amministrazione finanziaria. Attraverso questa modalità seriale e strutturata di evasione l’imprenditore si sarebbe sottratto al pagamento delle imposte per un ammontare complessivo, comprensivo di sanzioni e interessi, superiore a 3,5 milioni di euro. Rientrano nel modus operandi anche l’omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, la sistematica emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti finalizzata alla movimentazione di ingenti disponibilità di denaro contante, riscosse e impiegate nell’ambito di acquisti e cessioni "in nero" di merce.
Le indagini patrimoniali successive alle prime misure cautelari, nei confronti dell'imprenditore e dei familiari, approfondite dalla procura e dalle fiamme gialle di Prato, hanno consentito spiega ancora la Gdf di ricostruire un’incoerenza tra la sua posizione reddituale/dichiarativa e i possedimenti patrimoniali accumulati nel corso degli anni, tale da dimostrare un ingente arricchimento patrimoniale mediante una sistematica evasione delle imposte dovute. Alla luce della sproporzione, il Tribunale Misure di Prevenzione di Firenze ha emesso un decreto di sequestro ai sensi del Codice Antimafia, con il quale è stato disposto il sequestro di due unità immobiliari, di cui un immobile commerciale a Prato dal valore di oltre un milione di euro, nonché di una società immobiliare fittiziamente interposta dall’imprenditore di fatto per la realizzazione di tale investimento immobiliare.
Si tratta del primo caso, sottolineano dalla Gdf, nella provincia di Prato e in Toscana di applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale, tipicamente impiegata per contrastare mafie e criminalità organizzata, nei confronti di un evasore fiscale qualificato come socialmente pericoloso. "Un’applicazione che segna un importante punto di svolta nell’approccio repressivo verso le più insidiose forme di illegalità economica, riconoscendo espressamente come l’evasione fiscale seriale – quando connotata da reiterazione, strutturazione organizzativa, impiego sistematico di strumenti fraudolenti e impatto economico rilevante – possa integrare una pericolosità sociale equivalente a quella delle condotte tipiche della criminalità economica tradizionale". Assicurata la continuità dell’impresa attraverso la nomina di un amministratore giudiziario, per la società oggetto di sequestro preventivo, le risultanze delle attività eseguite saranno vagliate dal giudice preposto.
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