RSA, Galli (Lega): "Sono oltre 1800 gli anziani in Toscana in lista d’attesa"

“Sono oltre 1.800 gli anziani in Toscana in lista d’attesa per un posto in RSA, una cifra che da sola fotografa un sistema in grande sofferenza, a cui la Regione continua a rispondere con interventi sporadici, senza alcuna programmazione strutturale. Eppure i numeri parlano chiaro: l’inverno demografico è in corso e da qui al 2050 in Toscana gli over 65 arriveranno ad essere il oltre il 30% della popolazione, e già oggi siamo di fronte a un sistema che non riesce a garantire risposte minime di assistenza, con un rischio importante che diventi una vera e propria emergenza sociale.”

A denunciarlo è Giovanni Galli, consigliere regionale della Lega, che torna a chiedere alla Giunta regionale un cambio di passo sul fronte della residenzialità assistita per anziani, sempre più sotto pressione a causa dell’invecchiamento demografico, dei costi in aumento, della carenza di posti disponibili e del crescente disagio delle famiglie che non riescono a farsi carico, da sole, della gestione di parenti non autosufficienti.

“La Regione Toscana ha il dovere morale e istituzionale di non lasciare soli i nostri anziani e le loro famiglie. È ora di smettere con gli annunci e passare ai fatti: servono risorse, ma soprattutto serve una pianificazione seria e di lungo periodo, che coinvolga anche il privato accreditato, oggi troppo spesso ostacolato da burocrazie e vincoli che non hanno più senso in un contesto emergenziale come questo. Serve anche essere chiari, e non, ad esempio, raccontare che le quote coperte dai 225 milioni della Regione sono 12.000 quando basta fare un piccolo conto sulla quota sanitaria per arrivare a 10.630, quasi 1.400 in meno”.

“Siamo d’accordo che la Regione solleciti il Governo su questa tematica, ma Giani e Spinelli devono fare la loro parte – conclude Galli – credo che sia necessario un piano regionale straordinario per le RSA, che preveda l’ampliamento dei posti disponibili, il sostegno alla riqualificazione delle strutture esistenti e un rafforzamento del rapporto pubblico-privato, nel rispetto della qualità del servizio ma con la consapevolezza che da soli, con le strutture pubbliche, non ce la possiamo fare. Non è più tempo di ideologie: è tempo di responsabilità, concretezza e rispetto per chi ha costruito il nostro presente.”



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