Sanità: l'assessorato alle Politiche sociali interviene sugli aumenti delle quote sociali delle RSA

L’assessore Serena Spinelli ha risposto all’interrogazione dei consiglieri regionali Andrea Ulmi (Gruppo Misto – Merito e Lealtà) e Giovanni Galli (Lega) spiegando che sono state inviate due circolari sull’effettiva congruità degli aumenti


L’assessore regionale alle Politiche sociali Serena Spinelli ha risposto in Aula, nella seduta di martedì 8 aprile, all’interrogazione dei consiglieri regionali Andrea Ulmi (Gruppo Misto – Merito e Lealtà) e Giovanni Galli (Lega) sulla situazione della quota sanitaria delle residenze sanitarie assistenziali.

Il punto di riferimento – ha spiegato Spinelli - è una delibera della Giunta regionale del 2016 che determina, con criteri omogenei a livello regionale, un importo massimo di riferimento su cui calcolare la compartecipazione a carico dei comuni fissato in 53,50 euro al giorno a copertura dei costi diretti ad assicurare i servizi sufficienti ad ottenere l’accreditamento stabilita a seguito di un analisi puntuale sulle attuali tariffe applicate dalle strutture residenziali per anziani non autosufficienti in tutto il territorio regionale. Ogni zona distretto o società della salute stabilisce nell’ambito della programmazione territoriale, e con gli strumenti previsti, l’importo applicato nei confronti dei cittadini e delle cittadine residenti nel territorio di propria competenza. Le singole strutture determinano la quota di parte sociale applicata nei confronti dei propri ospiti, specificando eventuali costi a copertura di servizi ulteriori rispetto agli standard previsti dall’accreditamento che devono essere esplicitati nella carta dei servizi".

L’articolo 7 dell’accordo 995, con valenza triennale, - ha proseguito - sottoscritto tra la struttura e la zona distretto della società della salute e l’azienda riporta la quota sociale determinata dalla struttura. La quota sociale può essere modificata durante la vigenza del contratto purché di comune accordo tra le parti, azienda sanitaria, società della salute, zona distretto, unione dei comuni e comune più residenza sanitaria assistenziale. La quota sociale non può essere autodeterminata dalle strutture, ma deve essere ricondotta all’accordo contrattuale per la definizione dei rapporti giuridici ed economici tra i soggetti pubblici e soggetti gestori delle strutture sociosanitarie accreditate per l’erogazione di prestazioni in favore di persone anziane non autosufficienti. L’importo richiesto alle singole strutture a fronte di servizi ulteriori rispetto agli standard previsti dall’accreditamento è a totale carico del cittadino”.

Come assessorato - ha concluso Serena Spinelli - abbiamo di recente provveduto ad inviare due circolari ai direttori e presidenti delle SDS zone distretto. La prima il 27 febbraio 2025, in cui si è invitato a verificare la corrispondenza tra la quota sociale richiesta e quella effettivamente dichiarata sul portale rsa e a valutare l’opportunità di non concedere fino al termine di questa ricognizione ulteriori aumenti quota sociale. Nella seconda circolare, del 4 aprile 2025, preso atto del perdurare della pratica non corretta con cui alcuni gestori di rsa hanno comunicato tramite lettera o telefonata alle famiglie l’imminente aumento della quota sociale, si è rinnovata la richiesta contenuta nella precedente comunicazione fornendo anche indicazioni limitate e stringenti, invitando in particolare alla cautela e all’acquisizione di strumenti per valutare l’effettiva congruità dell’aumento richiesto anche con strumenti di lettura della struttura, dei costi delle rsa, che la regione condividerà quanto prima, rendendo noti i risultati di uno studio dedicato”.

Nella replica il consigliere regionale Giovanni Galli ha detto di capire la difficoltà nella gestione da parte dell’assessorato, ma anche da parte delle rsa, con la quota sociale “ferma a qualche anno fa”. “Quando si fa un attacco al Governo e alle strutture perché ci sono stati gli aumenti - ha proseguito il consigliere Galli -, gli aumenti ci sono anche per le residenze sanitarie assistenziali che devono gestire non soltanto la quota sanitaria, ma anche la quota sociale per dare un servizio ai loro ospiti. Io credo che sia fondamentale che ci sia da parte dell’assessorato un’incidenza maggiore. Io sono con lei nel chiedere più soldi al governo, ma bisogna anche fare delle analisi e dopo quattro anni e mezzo siamo arrivati a un punto in cui si dovrebbero dare delle risposte non continuando ad inserire osservatori poco utili. E la sua giunta e il suo assessorato di risposte ne ha date poche, mentre dai cittadini arriva un grido di dolore a quest’Aula”.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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