
Era la mattina del 07 aprile del 1956 quando nella Cattedrale di Santo Stefano a Scutari, nel nord dell’Albania gremita di popolo come mai ricordavano, don Ernest Simoni ricevette l’ordinazione sacerdotale dalle mani dell’allora Arcivescovo Mons. Ernesto Çoba (21 gennaio 1952 - 15 aprile 1979). Presenti al Solenne Pontificale che lo consacrò “sacerdos in aeternum” tutti i fedeli della cattolicissima Scutari e tutte le autorità di quel tempo; seduti nella prima panca commossi vi erano i genitori di don Ernest, il padre Ndoj (Antonio), la mamma Prenda (Veneranda), con i fratelli Dede (Domenico), Maria, Injac (Ignazio).
Per ricordare questo importante anniversario, sono state organizzate due Celebrazioni: la prima domenica scorsa presso il Santuario Basilica di Santa Maria all’Impruneta, dove durante la Santa Messa nel Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità, presieduta dall’Arcivescovo di Firenze Mons. Gherardo Gambelli, quest’ultimo ha ricordato il 69° anniversario di sacerdozio nella Basilica gremita di fedeli.
Per l’occasione Sua Eminenza, in un momento privato, si è raccolto in preghiera assieme a Mons. Gambelli nella Cappella dove è custodita l’antica e venerata immagine raffigurante la Santissima Madonna, che è stata scoperta per l’occasione.
“La Sua persona, è realmente un segno tangibile della fede e della fedeltà alla Santa Madre Chiesa” ha affermato l'Arcivescovo “che attraversa i secoli e la storia e che si incarna nelle innumerevoli schiere di santi e testimoni del Vangelo. Lei, padre Ernest, è uno di questi testimoni: un “martire vivente”, come più volte definito da Papa Francesco; ha vissuto sulla propria persona, sulla propria pelle, la sofferenza della persecuzione, restando sempre saldo nella fede in Cristo e nell’amore per la Sua Chiesa. Tramite la Sua testimonianza di fedeltà alla luce del Vangelo possiamo anche noi diventare ardenti testimoni alla sequela del Signore e fiduciosi nella speranza che mai ci abbandona, come ci ha ricordato Papa Francesco nella Bolla di indizione dell’Anno Santo della speranza: ”Gesù è ancora sicura e salda per la nostra vita”.
Tra i tanti auguri e messaggi di vicinanza pervenuti al Porporato albanese, sono giunti anche dal Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo emerito di Firenze, che lo accolse nell’Arcidiocesi di Firenze l’8 dicembre 2016, pochi giorni dopo essere stato elevato alla dignità cardinalizia, nominandolo Canonico della Cattedrale di Santa Maria del Fiore: “Ringrazio il Signore per averti chiamato al ministero nella Chiesa attraverso il sacramento dell’Ordine, ti assicuro la mia preghiera personale e il mio rendimento di grazie a Dio per il tuo sacerdozio. Invoco su di te, sui tuoi cari, su tutte le persone collegate alla tua vita, ogni benedizione del Signore, perché attraverso la luce del ministero e la continua ricerca dei beni celesti, tu possa sempre servire e testimoniare la vita risorta di Gesù”.
I festeggiamenti sono proseguiti nella Parrocchia di San Donato a Montespertoli, comunità che costantemente Sua Eminenza visita e dove riceve le tante persone provate nel corpo e nello spirito, che giungono da ogni parte per incontrarlo, e dove il Presule ha presieduto la Santa Messa animata dal coro parrocchiale.
E’ stato accolto con tanto affetto e calore dal Parroco Don Cristian Meriggi, dai confratelli sacerdoti, da una folta rappresentanza di sacerdoti, diaconi e seminaristi dell’ Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote - da poco visitato dal Cardinale assieme all’Arcivescovo Gambelli - dalle autorità locali di Montespertoli, dai militari dell’Arma dei Carabinieri, dal personale della Polizia Municipale, da varie associazioni di volontariato e da tantissimi fedeli giunti da ogni luogo per stringersi attorno a Sua Eminenza visibilmente commosso per l’affetto ricevuto.
Al termine della Celebrazione, dopo la lettura di alcuni auguri pervenuti, ha preso la parola il Generale in Congedo dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Scafuri, il quale con calore ha portato i saluti istituzionali al Cardinale, rammentando l’eroica ed esemplare vita di don Ernest, “che ancora oggi, l’amato Padre Ernest, testimonia gli alti valori di pace, fratellanza e carità verso il prossimo, con l’amore a Gesù verso tutti, salga al cielo la fervida preghiera rivolta a Nostro Signore, affinché voglia lasciare per molto tempo ancora in mezzo a noi il “martire vivente”, l’eminentissimo Cardinale Simoni, a testimoniare con la sua forza divina la pace e la serenità dei popoli”.
“Sono grato al Signore per avermi chiamato alla sua sequela, a servire con la mia vita la Chiesa ed il popolo di Dio. Come oggi non ricordare i giorni più belli della mia vita nel Collegio con i miei confratelli francescani, dove sono stato per dieci anni prima della soppressione del Convento il “Serafico” di Scutari. Con tutto me stesso desideravo la vita religiosa alla sequela di San Francesco, ricordo quel tragico giorno quando furono uccisi barbaramente i miei superiori e formatori negli anni della persecuzione in odio alla fede. Grato per il dono della salute alla mia avanzata età, con la quale accompagnato dalla Santissima Madonna, ancora oggi riesco ogni giorno a servire il prossimo con il mio apostolato, visitando tante comunità, incontrando tantissimi fedeli portando la salvifica “Buona Novella” e la testimonianza dei tanti miei confratelli perseguitati in odio alla fede, ora annoverati Martiri della Chiesa Universale. Grazie al Signore Gesù, al Santo Padre Francesco per il quale prego costantemente e che inaspettatamente mi ha rivestito della Porpora Cardinalizia. Grazie a tutti coloro che si sono resi presenti nel ricordare questo importante anniversario, grazie al Cardinale Giuseppe Betori, fratello ed amico che con tanto amore mi ha accolto nell’Arcidiocesi di Firenze ormai nove anni fa, sostenendomi nel mio apostolato. Grazie all’Arcivescovo Mons. Gherardo Gambelli per la sua vicinanza in questi mesi da quando il Signore lo ha chiamato nel nuovo servizio quale successore degli apostoli, grazie per le bellissime parole che ha voluto rivolgermi; Gesù buon Pastore lo illumini, sostenga e protegga alla guida della Diocesi, accompagniamolo con la nostra preghiera”.
Fonte: Segreteria Card. Ernest Simoni
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