Cultura popolare a San Miniato, una serata in omaggio a Dilvo Lotti

Dopo l’inaugurazione, affollatissima di persone, della mostra all’Orcio d’oro, San Miniato si appresta ad a organizzare, per giovedì 10 aprile alle 21,30 (sempre all’Orcio), una interessantissima serata ancora in omaggio a Dilvo Lotti, che fu fondatore e animatore di una serie infinita di manifestazioni legate ad una cultura popolare. “La sua è stata una presenza importante nella vita e nella storia della San Miniato del dopoguerra” – così hanno detto nei loro interventi don Andrea Cristiani e Matteo Squicciarini, assessore alla cultura di San Miniato, ma anche Luca Macchi, presidente di una costituenda fondazione Lotti.

Il lavoro di Lotti è stato essenziale nel dopoguerra sanminiatese, sia verso una storia fatta di opere dell’ingegno, di quadri e sculture, ma soprattutto di un’azione importantissima di organizzazione sociale, di instancabile creazione di gruppi che avevano – e per fortuna hanno – il compito di creare aggregazione, azioni collettive, feste e momenti importanti che oggi sono addirittura studiati nelle Università. Stiamo parlando dell’Istituto del Dramma Popolare (oggi fondazione), del Comitato manifestazioni popolari (quello che la gente conosce come Corteo Storico), la Festa degli Aquiloni, il Carnevale, i Fuochi di San Giovanni e forse ancora qualcos’altro che dimentichiamo, fino appunto alla ripresa del Palio di San Rocco, oggi parte del Festival del pensiero popolare.

Tutto questo con un lavoro straordinario che fa di Lotti una figura essenziale per la vita culturale di San Miniato. Sue, ad esempio, le sistemazioni urbanistiche di parti della città - ne ha parlato l’architetta Anna Braschi il critico Nicola Micieli -, la responsabilità di controllo per la Soprintendenza ai beni culturali, la realizzazione di numerosi volumi dedicati alla storia. La Braschi ha anche raccontato dell’impegno di Dilvo nella salvaguardia dei caratteri architettonici della città. Secondo l’architetta, se San Miniato ha conservato la sua fisionomia, e non è stata trasformata dalla speculazione urbanistica, questo si deve all’impegno di Lotti.

Certo con poche caratteristiche scientifiche, più con l’imprinting dell’artista, che non si lascia spaventare dalle eventuali lacune nelle varie vicende e le ricostruisce creativamente, con la fantasia di un formidabile costruttore di mondi.

Fonte: Ufficio Stampa

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