
Settemila persone, arrivate da tutta Italia e anche dall'Europa, hanno partecipato al Festival di Letteratura Working Class all'ex Gkn che si chiude oggi, mentre in cinquemila hanno sfilato ieri in corteo dalla fabbrica al centro di Campi Bisenzio.
"Il rischio era che, dopo tre anni e mezzo di lotta, i licenziamenti cadessero nell'invisibilità - commenta il Collettivo di Fabbrica ex Gkn -. Il festival ha oggettivamente acceso un ulteriore faro sulla vertenza e riportato la comunità solidale in piazza, per chiedere che questa fabbrica sia pubblica e socialmente integrata. Rivendichiamo di essere pubblica utilità, perché è da qui che in tre anni e mezzo sono uscite proposte di reindustrializzazione ecologica, mutualismo, cultura, immaginario e convergenza".
Tanti gli ospiti di questa terza edizione del festival, che in tre giorni hanno indagato le prospettive della letteratura working class, dalla poesia operaia alla musica popolare, dall'autobiografia sociale alla critica letteraria militante, fino al racconto che arriva dai territori deindustrializzati così come dai ristoranti oppure dalle zone di sacrificio, come Taranto, la cui resistenza nata attorno all'Ilva è entrata in convergenza con la lotta dell'ex Gkn.
"Le proposte che riceviamo ogni anno e che abbiamo cercato di riassumere in questa edizione del festival - ha concluso il Collettivo di Fabbrica -, sono tantissime, tanto che un evento letterario all'anno non basta. La costruzione di un immaginario working class è fondamentale per la lotta delle classi subalterne e per costruire un'alternativa alla deriva bellicista e anti-ecologista dell'economia. Per questo la proposta di un polo permanente della cultura working class entra a pieno titolo nel nostro progetto di reindustrializzazione".
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